mercoledì 27 luglio 2016
venerdì 1 luglio 2016
Droga: la prevenzione passa dalla conoscenza e dalla tavola
Esperti di settore riguardante le relazioni
tra abuso di sostanze e disordini alimentari, durante una conferenza
americana sono arrivati alla conclusione che i cambiamenti chimici all’interno
del cervello, responsabili della dipendenza da droghe e di alcuni disordini
alimentari, sarebbero gli stessi.
Alcuni studi dimostrano che i
fattori che spingono una persona a far uso di droghe e a mangiare
disordinatamente potrebbero condividere gli stessi circuiti neurali.
In molti casi, quando una persona smette di fumare o di
assumere droghe tende a cercare un appagamento sostitutivo nel cibo. E’
probabile che la sensazione di sazietà dovuta al cibo e il piacere arrecato
dalle droghe siano entrambi collegati a variazioni
dei livelli di serotonina, un altro ormone legato alla sensazione di
sazietà.
Ciò
che noi sappiamo è che la gente che presenta certi disordini alimentari è più
portata a fumare, bere alcool e a far uso di sostanze stupefacenti. Ciò si
verifica soprattutto nei giovani che cominciano a sottoporsi a diete troppo
presto”. Dal 12% al 18% delle persone che sono colpite da anoressia e dal 30% al 70% di quelle colpite da bulimia abusano in tabacco, alcool e
sostanze stupefacenti.
Oltre
a questo, un cambiamento delle modalità
di mangiare e nella scelta dei cibi può segnalare che un individuo inizi ad
usare droghe o sostanze stupefacenti.
L’intossicazione
epatica derivante dall’utilizzo di droghe e sostanze stupefacenti modificale
appetenze e il comportamento alimentare.
Un fegato in difficoltà si manifesta con cambiamenti fisici ma
anche psichici. I soggetti in questione possono lamentare tendenza ai crampi e alle contratture
muscolari, umore mutevole anche in base ai cambi atmosferici, fotofobia,
insonnia iniziale da tensione nervosa o frequenti risvegli notturni con sete o
bocca secca. Facilmente vanno incontro a problematiche di tipo epato-digestive,
calcolosi biliare, crisi emorroidarie, colon irritabile, oppure cefalee a localizzazione
frontale o emicranie, chiaramente collegate con la funzione epatica. Dal punto
di vista psichico ci troviamo di fronte ad individui estroversi, irritabili,
facili agli scatti emotivi o a vere e proprie crisi di rabbia. A volte
logorroici (per la ridotta latenza fra il pensiero e la verbalizzazione possono
smozzicare le parole, accavallando quella successiva alla precedente); altre
volte estremamente introversi, taciturni, timidi, soprattutto nel periodo
dell’adolescenza, contraddistinti da una iperemotività che li porta aduna
condizione di iperidrosi palmare in situazioni di tensione nervosa e si
percepisce facilmente che sono “contratti dentro”.
Dal punto di vista nutrizionale non hanno appetito al mattino appena
svegli, hanno necessità di notevoli quantità di carboidrati, infatti,
manifestano una spiccata appetenza per la pasta,
il pane e comunque zuccheri a lento rilascio, tutti
alimenti che garantiscono una stabilità glicemica per tempi lunghi. Il
cambiamento psico-emotivo comporta una notevole usura proteico-lipidica
dell’organismo, il che comporta una predilezione per le proteine della carne e dell’uovo, meno quelle del pesce.
*intervento esposto durante il convegno "Droga: la reale prevenzione passa dalla conoscenza" di cui sono stata relatrice il giorno 01/07/2016 a Barletta insieme ad altri esperti di settore
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