martedì 27 giugno 2017

Yogurt e fermenti: benefici, curiosità e valori nutrizionali





Lo yogurt non è latte e non è formaggio, essendo sostanzialmente latte fermentato da una coltura batterica di vari tipi di lattobacilli. Perché sia vero yogurt e sia vitale, all’esterno della confezione deve essere presente la dicitura: “contiene Lactobacillus bulgaricus, o acidophilus, o Streptococcus thermophilus

Insieme al latte, agli altri fermentati, ai formaggi e alle ricotte, lo yogurt rientra nel II gruppo fondamentale degli alimenti, quale fonte nutrizionale di proteine ad alto valore biologico, vitamine e minerali specifici. Trova impiego nella dieta Mediterranea in porzioni da 125 o 150 g (1 vasetto monodose). Può essere utilizzato quando si vuole assumere un alimento che non impegni fegato e reni.

Le proteine, come la caseina, vengono rese più digeribili dai fermenti lattici, mentre l’acidità favorisce lo sviluppo della flora batterica acidofila, capace di contrastare i processi putrefattivi o l’eccessiva proliferazione di colibatteri. Lo yogurt può, al tempo stesso, frenare una dissenteria o risolvere una stipsi. In ogni caso, la funzione è digestiva, rinfrescante e di stimolo per la peristalsi.

Esercita un'azione regolatrice sulla composizione della flora batterica intestinale; si potrebbe definire una specie di “antibiotico naturale” per i microrganismi patogeni, poiché migliora le difese immunitarie e stimola la flora intestinale fisiologica benefica (fermentativa).

Dal punto di vista quantitativo, il contenuto di proteine e di lipidi non cambia durante la fermentazione. Diminuisce invece il lattosio, parallelamente all’aumento di acido lattico, quest’ultimo esplica una azione importantissima sul riequilibrio della flora batterica intestinale, diminuendo i processi fermentativi e di putrefazione, con evidente azione detossicante.

Lo yogurt favorisce l'assorbimento del calcio e del fosforo in esso contenuto contribuendo così alla prevenzione della loro carenza nutrizionale. Oggi sappiamo che il deficit nutrizionale di calcio e/o vitamina D (raramente di fosforo) può gettare le basi per uno sviluppo incompleto dello scheletro (mancato raggiungimento del picco di massa ossea) e potrebbe aggravare un già compromesso metabolismo osseo nelle donne in menopausa.

 

LO YOGURT ITALIANO

Lo yogurt italiano, anche quello industriale, è un alimento genuino in quanto privo, per legge, di addensanti, gelificanti o latte in polvere. Questo alimento vanta inoltre proprietà nutrizionali degne di nota.

Lo yogurt da scegliere è quello bianco intero!

 

Lo yogurt naturale non contiene fibre.

Per quel che concerne le vitamine, sono ottimi i livelli di quelle idrosolubili del gruppo B e in particolare della B2 (riboflavina), un fattore coenzimatico molto importante per l'organismo. Buoni anche i livelli di vitamina liposolubile A (antiossidante e indispensabile per la vista) che, tuttavia, se ne va in gran parte con la scrematura del latte. In merito ai minerali, ribadiamo le ottime concentrazioni di calcio e fosforo (componenti dell'idrossiapatite ossea).

 

VALORE NUTRIZIONALE

Il contenuto nutrizionale dello yogurt varia in base al tipo di latte utilizzato ed al suo contenuto in grassi, che può risultare ridotto qualora il latte abbia subito un processo di scrematura parziale o totale. I valori medi sotto riportati si riferiscono allo yogurt ottenuto da latte di vacca intero.

Valori per 100 grammi:

  • proteine: 3,8 g
  • grassi: 3,9 g
  • carboidrati: 4,3 g
  • minerali (soprattutto calcio)
  • vitamine del complesso B
  • acido pantotenico
  • vitamina PP

Lo yogurt può essere proposto come merenda negli intervalli fra i pasti. Nella quantità di circa 250 g si può usare insieme alla frutta come pasto completo per drenare e bilanciare gli effetti metabolici negativi di un precedente pranzo disordinato.

Soluzioni nutrizionali che prevedano l’impiego dello yogurt, da adottare come pasto successivo ad uno disordinato, improprio o troppo abbondante, potrebbero essere le seguenti:

250 g di yogurt e mezzo melone;

250 g di yogurt e mezza ananas;

250 g di yogurt e 3 pesche a pasta bianca:

250 g di yogurt e 300 g di frutti di bosco.

 


FERMENTI: COSA SONO?

Puntualizziamo subito che i probiotici non vanno confusi con i prebiotici. Queste sostanze, pur somigliandosi per il nome, sono fattori nutrizionali molto diversi tra loro.

I fermenti lattici sono organismi viventi; i prebiotici, invece, sono molecole inanimate principalmente appartenenti al gruppo chimico degli idrati di carbonio.

Il nome “fermenti lattici” è giustificabile dal fatto che questi ceppi microbiologici probiotici si moltiplicano con grande facilità nel latte o nel relativo siero, acidificandolo e dando origine a vari alimenti fermentati, dei quali il più noto è senz'altro lo yogurt.

Il primo a osservare la presenza di microrganismi nel latte fermentato fu il microbiologo russo Il'ja Il'ič Mečnikov. Egli isolò il Lactobacillus bulgaricus e lo Streptococcus thermophilus, e riconobbe che questi lattobacilli erano i responsabili del processo di scissione del lattosio in galattosio e glucosio. Questi fermenti agiscono con un meccanismo protosimbiotico: lo streptococco lavora per primo, creando le condizioni affinché il lattobacillo compia l'opera della scissione del lattosio. Anche se i pareri sono piuttosto discordanti, a differenza di quanto propagandato dalla pubblicità, oggi si ritiene che questi due fermenti non svolgano alcun ruolo attivo all'interno dell'organismo umano: infatti essi muoiono appena entrano in contatto con i succhi gastrici umani, non sopportandone l'acidità.

Facendo frutto del positivo riscontro dell'utilizzo dei fermenti probiotici in campo medico, oggi alcuni produttori di yogurt hanno iniziato ad aggiungerli ai loro prodotti. I fermenti probiotici, a differenza del Lactobacillus bulgaricus e dello Streptococcus thermophilus, riescono a sopportare meglio l'acidità dei succhi gastrici, a sopravvivere e a riprodursi nel tratto gastrointestinale. Trattandosi di batteri generalmente già presenti nel corpo umano, essi riescono a riportare la flora batterica a una condizione di normalità, nel caso quest'ultima sia stata compromessa da cure con antibiotici, da stress oppure da alimentazione scorretta.

Inoltre i fermenti probiotici esercitano un'azione positiva in molti processi della digestione, prevenendo infezioni intestinali e aggressioni da parte di funghi; rafforzano il sistema immunitario; producono i batteriocini, i cosiddetti "antibiotici naturali".

I principali fermenti probiotici aggiunti nel processo di fermentazione sono i seguenti:

  • Lactobacillus acidophilus

  • Lactobacillus casei
  • Lactobacillus lactis
  • Bifidobacterium bifidum

 Il latte fermentato ottenuto dalla loro azione si discosta leggermente dallo yogurt, tradizionalmente ottenuto con il solo impiego di Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus, dando origine a un Kefir.

 


INTOLLERANZE

Ricordiamo che lo yogurt (seppur in misura inferiore rispetto al latte) contiene lattosio. In caso di carenza intestinale di enzima lattasi, questo oligosaccaride-disaccaride è spesso colpevole di reazioni avverse. Il quadro sintomatologico è tipicamente gastro-intestinale (quindi non allergico) e varia di intensità in base alla persona, alla quantità di lattosio e alla composizione del pasto. Generalmente, una porzione di yogurt è ben tollerata dalla maggior parte dei consumatori affetti da intolleranza al lattosio. Oggi sono disponibili in commercio gli yogurt delattosati, nei quali il disaccaride è “predigerito” in glucosio e galattosio grazie all'immissione artificiale di enzima lattasi.

 

BREVE STORIA DELLO YOGURT

La storia dello yogurt comincia nel 6000 A.C in Asia centrale ad opera di popolazioni proto altaiche durante . Grazie ai contatti culturali e alle migrazioni dei popoli il suo uso si diffuse presto in tutto l'Occidente fra i fenici, i greci, gli egizi e i romani. Al contempo l'opera di diffusione continuò in Oriente: se ne trova traccia nelle novelle de ”Le mille e una notte” perciò significa che si diffuse presto anche fra gli Arabi. Lo yogurt incontrò poi un eccezionale successo anche in India,d ove a tutt'oggi costituisce uno dei principali alimenti della dieta locale.

Circondato dalla fama di panacea, di rimedio per l'insonnia e per la tubercolosi, nonché di ausilio per la rigenerazione del sangue, lo yogurt non era ancora stato analizzato dal punto di vista scientifico. Il dottore bulgaro Stamen Grigorov riuscì ad isolare un batterio che venne chiamato Lactobacillus bulgaricus, uno degli organismi responsabili della fermentazione del latte.

Il'ja Mečnikov, microbiologo russo, incuriosito dalla longevità delle popolazioni bulgare che facevano grande uso di yogurt, fu il primo a studiarlo in laboratorio. Egli, credendo che questo lattobacillo fosse essenziale per la buona salute, riuscì a convincere l'imprenditore Isaac Carasso a sviluppare tecnologie industriali per la produzione dello yogurt. Nel 1919 quest'ultimo realizzò il primo stabilimento commerciale per la produzione di yogurt a Barcellona, chiamando la sua impresa Danone, nome che porta ancora adesso.

Oggi lo yogurt viene prodotto per lo più in grandi impianti industriali, con l'impiego di colture microbiche selezionate, ma esiste anche una piccola produzione casalinga attraverso le "yogurtiere", piccoli elettrodomestici per la produzione di yogurt.

La legge italiana riconosce che possa essere fregiato della denominazione commerciale di “yogurt” soltanto il latte di vacca fermentato con Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus.

La legge italiana prevede inoltre che questi microrganismi siano vivi e vitali (in grado di metabolizzare e moltiplicarsi) fino al momento del consumo. La densità cellulare, definita anch'essa per legge, deve essere uguale o superiore a 100000000 di cellule (unità formanti colonia) per millilitro.

 

YOGURT FATTO IN CASA

La preparazione dello yogurt è piuttosto semplice e può essere eseguita anche a casa, con o senza l'ausilio di una yogurtiera:

  1. Nel latte, pastorizzato o sterilizzato, intero o parzialmente scremato, vengono inoculate colture microbiche selezionate.
  2. Dopo aver miscelato il tutto segue un periodo di incubazione a 42°C.
  3. Dopo circa 8-10 ore lo yogurt viene fatto raffreddare e si può procedere con la rottura del coagulo.
  4. In base alle preferenze individuali verranno infine aggiunti ingredienti come marmellata, frutta in pezzi o succhi ed aromi vari.
     

Anche tu sei amante dello yogurt? Scrivici nei commenti qual è il tuo preferito!

giovedì 22 giugno 2017

Le ciliegie: belle, buone e salutari!


Le ciliegie vengono impiegate in un breve periodo dell’anno, da metà maggio fino a fine luglio, a meno che non vengano trasformate in marmellate, modificandone in parte gli effetti organici.
Sono ricche di vitamine A, C, B1 e B2. Contengono anche proteine, zuccheri, sali di potassio, calcio, magnesio, ferro, fosforo, numerosi oligoelementi e acidi organici che contribuiscono a ridurre l’acidosi metabolica.
Le ciliegie sono uno dei frutti preferiti dai bambini, il cui metabolismo piuttosto vivace si gioverà dello stimolo epatico indotto dall’acidità e dall’energia fornita dal loro contenuto in fruttosio, oltre che dall’effetto di “trasporto” del ferro.
Per questi motivi, sono molto utili nelle fasi di accrescimento adolescenziale, in pazienti che svolgono molta attività sportiva, in dieta dimagrante, nelle anemie sideropeniche, in pazienti astenici e demineralizzati, in gravidanza e in condizioni di stitichezza.
Insieme alle fragole, le ciliegie rappresentano uno dei pochi frutti che i diabetici possono assumere, anche in associazione al pranzo.
Il notevole grado di acidità, le rende poco tollerabili nelle gastriti e nelle ulcere, mentre l’apporto di sali minerali ne giustifica la controindicazione nell’ipertensione arteriosa. Anche nei casi di dissenteria, le ciliegie sono controindicate, come nella colite spastica, nel colon irritabile, nelle condizioni più gravi di rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn.
 
 

martedì 13 giugno 2017

Reflusso gastroesofageo e gastrite: come intervenire?


Parliamo oggi di un fastidioso disturbo che colpisce tantissime persone: il REFLUSSO GASTROESOFAGEO, ossia la risalita involontaria e frequente dei succhi gastrici e di parte del contenuto dello stomaco lungo l’esofago (talvolta fino alla gola). Il sintomo tipico è una sensazione di rigurgito acido nell’esofago, associato a bruciore localizzato al petto e nello stomaco. Il sintomo diventa più acuto durante la notte e quando ci si corica. Quando il disturbo si presenta più volte nel corso della giornata e si associa ad altre complicazioni si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
Nel curare il reflusso gastroesofageo, l’alimentazione gioca un ruolo importante. Il trattamento prevede la correzione di alcune abitudini a tavola e dello stile di vita, l’adozione di una dieta personalizzata e la riduzione dello stress.
La complicanza più comune è l’esofagite, la più grave è l’esofago di Barrett, in cui le cellule della mucosa si modificano in senso precanceroso, nel senso che sono un preludio del tumore all’esofago.
Ecco alcuni consigli da adottare in caso di reflusso gastroesofageo:
  • Mangiare lentamente, triturando bene il cibo per disincentivare il rischio di risalita del contenuto gastrico nell’esofago.
  • Evitare cibi grassi, insaccati, soffritti, vino bianco, superalcolici, formaggi stagionati, cacao, tè, caffè, agrumi, bibite gassate, pomodoro, menta e il fumo di sigaretta.
  • Il latte tampona l’acidità dello stomaco, ma essendo ricco in grassi può rallentare la digestione e, alla lunga, favorire il disturbo.
  • Non indossare indumenti troppo stretti ed è meglio evitare di coricarsi subito dopo avere mangiato cercando, se possibile, di tenere un po’ sollevato il capo durante il riposo notturno.
  • Evitare anche i farmaci che possono aumentare l’acidità gastrica, come gli antinfiammatori non steroidei e alcuni ansiolitici.
 

La GASTRITE, invece, è una patologia causata da un processo infiammatorio ai danni della mucosa gastrica, con un’incidenza molto alta in quasi tutto il mondo, in particolar modo nelle parti più civilizzate dell’occidente, arrivando a colpire in alcune regioni anche il 70% della popolazione con una età superiore ai 30 anni. In Italia il numero di pazienti colpiti da questo disturbo tende a salire di anno in anno, probabilmente a causa del cambio di abitudini alimentari che stiamo subendo in questo ultimo periodo, verso l’utilizzo di cibi che offrono grandi quantità a discapito della qualità.
Esiste sia una forma acuta, che può avere sintomi più lievi, sia una forma cronica, che in genere causa sintomatologie più serie e disturbi che in molti casi accompagnano la persona per periodi molto prolungati nel tempo. In entrambi i casi possono presentarsi:
  • bruciore e crampi allo stomaco
  • nausea
  • aerofagia e alito cattivo
  • reflusso gastroesofageo con conseguente bruciore in gola e/o afonia
  • dolore e pesantezza nella zona intorno allo sterno con conseguente affanno anche dopo sforzi minimi
  • disturbi intestinali
  • stitichezza
  • infiammazione dell’orecchio interno e labirintite
  • leggeri attacchi di tachicardia
  • brevi manifestazioni asmatiche
L’alimentazione errata e priva di regole è una delle principali cause della gastrite. Tra le altre cause troviamo: l’Helycobacter Pylori (un batterio abbastanza difficile da trattare con antibiotici molto pesanti), l’assunzione di liquidi non corretta, l’uso di farmaci, fumo e tabacco, alcol, alimenti irritanti la mucosa gastrica, sedentarietà, respirazione sbagliata, ansia ed emotività, stress e tensione.
Curare l’alimentazione in caso di gastrite sarà strettamente necessario per poter migliorare lo stile di vita. Sarà importante prediligere cibi leggeri ed evitare carni rosse, formaggi, alcolici, fritti, latte e caffè.

 


lunedì 5 giugno 2017

Cellulite? Combattila in 4 step per prevenirla o eliminarla


Oggi tratteremo un argomento odiato da tutte le donne del mondo: la cellulite.

Se alla dieta corretta, ad una sana attività fisica e ad un giusto trattamento, abbiniamo uno specifico integratore, il risultato è garantito! Se vuoi maggiori informazioni contattami in privato!

L’acerrima nemica del sesso femminile (talvolta anche di quello maschile) non risparmia nessuna zona del corpo: addome, glutei, cosce, braccia, fianchi, dorso... sono tutti sotto attacco. Ogni donna può essere colpita dalla cellulite in maniera differenti. In alcune è molto evidente, in altre meno.
Alterazioni ormonali e vascolari, vita sedentaria, stress, malattie epatiche, alimentazione non corretta o sbilanciata, irregolarità della funzione intestinale e ritenzione idrica marcata, variamente combinate tra loro, sono le cause che interferiscono negativamente sul tessuto adiposo e in particolare sul microcircolo.

Probabilmente non c'è un modo per eliminarla totalmente ma arginare il problema estetico è possibile e si possono raggiungere dei risultati più che soddisfacenti. Per combattere la cellulite in modo efficace è necessario agire su tutti i fronti: alimentazione, abitudini, allenamento e trattamenti estetici. Scopriamo come combatterla in 4 step.


STEP 1 – CURARE L’ALIMENTAZIONE

È davvero possibile combattere la cellulite scegliendo di mangiare determinati cibi piuttosto che altri? Certamente! Ci sono dei cibi che favoriscono il drenaggio e la disintossicazione del corpo facilitando la riduzione della cellulite. Altri cibi invece saranno da evitare per non aggravare l’odiato effetto della pelle a buccia d’arancia. Frutta e verdura sono i cibi da preferire perché combattono la ritenzione idrica, apportano sali minerali e vitamine. Sono da preferirsi le verdure a foglia scura perché ricche di vitamina C e potassio che stimola il drenaggio linfatico. È importante consumare almeno 3 pasti al giorno, bere la giusta quantità di acqua, evitare i cibi ricchi di grassi, gli alcolici e anche l'eccessivo consumo di caffè.

SCOPRIAMO INSIEME QUALI CIBI ASSUMERE PER CONTRASTARE LA CELLULITE.

Acqua: Il giusto consumo di acqua è importantissimo perché permette l'eliminazione ottimale delle sostanze tossiche e di rifiuto, non sempre è valida la regola “bevete molto e non dimenticate di portare una bottiglietta d'acqua sempre con voi”, specialmente quando vi recate in palestra.

Verdure: ravanelli, cavolfiori, cavolo cappuccio, carote, pomodori, melanzane, peperoni, sedano, asparagi, cipolle meglio se crude nelle insalate (sono diuretiche e aiutano a contrastare il ristagno dei liquidi), melanzane, porri, cetrioli, finocchi, indivia e radicchio, carciofi, cicoria.

Frutta: frutti rossi, anguria, ciliegie, papaya, ananas, melone giallo, kiwi, albicocche, arance, pompelmi, prugne, pesche. Da evitare la frutta troppo zuccherina (tipo banane, uva e fichi).

Pesce: meglio se azzurro, ricco di omega3 che favoriscono l’idratazione della pelle.

Legumi: sono un’ottima fonte di sali minerali e fibre; le lenticchie in particolare sono ricche di ferro che favorisce il trasporto dell’ossigeno ai tessuti.

Cereali integrali: contengono fibre e sali minerali, saziano ma non alterano gli zuccheri nel sangue e aiutano a contrastare il colesterolo.

Carne: è meglio preferire la carne bianca a quella rossa; contiene meno grasso, meno tossine e più ferro.

Latticini: da evitare.

Uova: da consumare intere, fino ad un massimo di 6 alla settimana, massimo 2 al giorno.

Spezie: sono ottime per condire gli alimenti, conferendo un sapore in più ai vostri piatti e riducendo il sale. Ad esempio si può usare un po’ di pepe e peperoncino o lo zenzero che è un ottimo antinfiammatorio naturale.

Olio extravergine d’oliva: condire bene l’insalata, senza elemosinare l’olio extravergine di oliva; si può aggiungere il limone (che aiuta fra l’altro ad assorbire il ferro della verdura) e l’aceto di mele che è un ottimo depurante.

Tisane drenanti: ottime alleate della diuresi e della depurazione dell’organismo. Solitamente si trovano i principi attivi di betulla, asparago, gramigna, salvia, ciliegio, equiseto, frassino, gramigna, mais, ortica, pilosella, prezzemolo, tarassaco e verga d’oro. Non zuccherare la tisana, al massimo si può aggiungere una punta di miele per renderne più gradevole il sapore.

Cottura: optate per quelle più brevi, trifolato o ripassato in padella

 

Veniamo ora alla LISTA NERA, ossia I CIBI DA EVITARE per prevenire o ridurre la cellulite. Se proprio non potete farne a meno, sappiate che il consumo di questi alimenti dovrà essere ridotto in modo drastico.

Sale: è il principale responsabile della ritenzione idrica (quindi attenti anche cibi preconfezionati o precotti e lo scatolame)

Salumi: ricchissimi di sale e conservanti, favoriscono il ristagno dei liquidi.

 Burro: è meglio preferire l’olio extravergine d’oliva

Formaggi grassi e stagionati

 Carne rossa

 Fritture fatte NON  in olio non extravergine di oliva e pizze

 Dolci, dolciumi e zucchero raffinato

 Caffè: sconsigliato soprattutto a fine pasto perché ostacola l’assorbimento del ferro

Bibite zuccherate, energetiche o alcoliche (a cui è meglio preferire il tè verde)


STEP 2- ESERCIZIO FISICO REGOLARE

È consigliabile affiancare a un esercizio costante generalizzato (camminata, recline, step o simulatori di sci di fondo) esercizi specifici che stimolino le zone in cui vi è un'adiposità maggiormente localizzata .

Inoltre è importante svolgere al termine di ogni seduta di allenamento qualche esercizio per stimolare la mobilità del piede. Un difetto nell'appoggio plantare può rappresentare uno dei più grossi fattori di rischio per lo sviluppo della cellulite. Il piede è infatti sede di delicati sistemi vascolari (triangolo della volta e soletta venosa di Lejaris) responsabili del ritorno venoso. Questi equilibri possono venire alterati da posture scorrette o dal frequente utilizzo di calzature non anatomiche (tacchi alti).

Un'attività fisica svolta ad intensità troppo elevata (come la corsa)porta alla formazione di acido lattico. Questo metabolita è alleato della cellulite, poiché la  formazione di tossine muscolari ha effetti negativi sulla circolazione e sull'ossigenazione dei tessuti

Si raccomanda pertanto di svolgere attività di lunga durata come il ciclismo, la camminata veloce o lo step. I benefici di questo programma di allenamento sono molteplici: un'attività fisica regolare (almeno 30-40 minuti al giorno, 3 volte alla settimana) porta ad un miglioramento generale delle capacità cardiocircolatorie e respiratorie favorendo la circolazione periferica. In questo modo è possibile sconfiggere la cattiva circolazione che rappresenta il più grosso fattore di rischio per lo sviluppo della cellulite.


STEP 3 – ABITUDINI CORRETTE

È molto importante dormire per almeno 7-8 ore al giorno e cercare di ridurre per quanto possibile lo stress. Fondamentale risulta l'approccio mentale con il quale si inizia il programma alimentare e sportivo, "serenità e motivazione" prima di tutto.

Imparate a dire stop a fumo, alcol e vizietti come l'aperitivo con patatine o la comodità di auto, ascensori e scale mobili.


STEP 4 – TRATTAMENTI ESTETICI ed INTEGRATORI

Più che sulle creme, focalizziamo la nostra attenzione sui massaggi. Quelli si che sono veramente efficaci. Non c'è bisogno necessariamente che siano fatti da mani esperte (anche perché i costi possono essere un tantino alti), va benissimo anche l'automassaggio eseguito spalmandosi una crema anticellulite con movimenti circolatori e pressori per migliorare la circolazione ed il linfodrenaggio.

 E poi sì ai fanghi e agli scrub: lavorando in sinergia si possono ottenere dei risultati davvero stupefacenti.

Un trattamento molto efficace per combattere la cellulite è la radiofrequenza.
Io utilizzo la Radiofrequenza Bipolare ed Esapolare QUAD TM. Questo macchinario genera riscaldamento sottocutaneo indipendentemente dal fototipo della pelle ed è unidirezionale, quindi controlla sia la profondità che l’area di trattamento evitando inutili dispersioni di calore. Questo genere di riscaldamento denatura e rompe il collagene (collagenasi), attivando i fibroblasti alla produzione di nuovo collagene, con conseguente rinnovamento del tessuto (collagenesi). La pelle acquista un maggior tono e una migliore elasticità, come una sorta di
lifting istantaneo. Ne beneficia anche la circolazione cutanea, che diventa più attiva, il tessuto linfatico ne trae dei miglioramenti e viene favorita l’eliminazione delle tossine. Tutto ciò determina un’azione antiaging, un rimodellamento cutaneo e un effetto lipolitico.

Per il tuo programma personalizzato, per le tue sedute di radiofrequenza o per una consulenza su Skype contattami all’indirizzo stefania.dellatte@libero.it