venerdì 27 aprile 2018

Pasta senza glutine, attenzione se siete a rischio diabete



Concludiamo il nostro approfondimento sulla pasta parlando della pasta senza glutine. Le farine senza glutine derivano da ingredienti che non contengono questa proteina. Ovviamente potrebbero esserci problemi di contaminazione nelle fasi di preparazione della farina, ed è e perciò meglio informarsi sulle condizioni di produzione e imballaggio.
 Nella pratica quotidiana le varietà più utilizzate sono la pasta di mais e la pasta di grano saraceno, mentre quella prodotta con farina di riso ha un indice glicemico particolarmente elevato, per cui è sconsigliabile in tutti gli individui a rischio di diabete.
La pasta di mais è reperibile con facilità anche nei circuiti della grossa distribuzione e viene utilizzata non solo negli individui intolleranti al glutine, ma anche quando è necessario agevolare la funzione renale, per esempio in caso di imbibizione tessutale.
Per quanto riguarda il grano saraceno, nonostante il nome, esso non ha nulla a che fare con il grano. Deriva dalla macinazione dei semi di una pianta, che non è neppure una graminacea ma una poligonacea con stelo erbato ramificato, foglioline verdi e infiorescenze rosa.
Chiamata grano saraceno in quanto ha poteri nutrizionali simili al grano e perché pare sia stata introdotta dai turchi in tutto il bacino del Mediterraneo. La farina di grano saraceno è priva di glutine, ha una minore percentuale di proteine ma contiene maggiori quantità di amido. Per questa ragione deve essere usata con attenzione in tutti gli individui a rischio diabete o che riferiscano squilibri della regolazione glicemica.

martedì 24 aprile 2018

La pasta fresca… fatta in casa vi farà innamorare! Ecco due ricette da provare!



A causa dell’incremento statistico delle intolleranze alla farina di frumento, sono reperibili in commercio numerose varietà di pasta fresca di ottima qualità, prodotte da grandi aziende o laboratori artigianali. In genere i disturbi provocati da questo tipo di prodotti sono inferiori rispetti a quelli causati dalla maggior parte delle paste secche, non certo per una ridotta percentuale di glutine, ma probabilmente per le minori alterazioni molecolari causate dai processi di lavorazione. Nei soggetti che se ne possono giovare è preferibile preparare la pasta fresca in casa, sia semplice con farina e acqua, sia con l’uovo. Si possono inoltre aggiungere alcune verdure come l’ortica o insaporirla con la borragine. Vediamo insieme due ricette.

TAGLIATELLE ALL’ORTICA

Oltre al ferro, al silicio, al calcio, al manganese e al potassio l’ortica contiene una quantità notevole di clorofilla (0,15 mg %) ed è uno dei pochi vegetali ricco di vitamina E (21,5 mg %), la cui funzione antiossidante  impedisce ai radicali e all’ossigeno di legarsi ai grassi. La pasta all’ortica condita con burro e Parmigiano Reggiano si rivelerà utile nei soggetti che necessitano di un apporto nutrizionale completo, per esempio in caso di dimagrimento secondario ad intenso lavoro muscolare, negli astenici, negli anemici, negli ipotesi e demineralizzati. Utile anche in caso di caduta di capelli e di fragilità ungueale. Controindicata solo nelle allergie. Come si prepara?
1. Indossate dei guanti (per evitare il contatto con le sostanze urticanti) e selezionate circa 300 gr di foglie di ortica. Lavatele accuratamente e lessatele in acqua bollente. Quando sono cotte e tenere, solatele pigiando con un cucchiaio di legno per eliminare l’acqua. Tritatele finemente e unitele a 150g di farina e 1 uovo.
2. Inizialmente impastate a mano, aggiungendo gradualmente la farina per rendere l’impasto omogeneo e non umido. Successivamente stendete l’impasto con un mattarello, creando delle sfoglie che verranno ripiegate a fazzoletto e ristese per almeno 4-5 volte, spolverano spesso con la farina.
3. Lasciate riposare la sfoglia finale per 15 minuti. Arrotolatela su se stessa e procedete al taglio per la realizzazione delle fettuccine o delle tagliatelle.
4. Lessatene circa 150g a persona per pochi minuti in acqua bollente salata. Scolate e saltate in padella in cu i in precedenza avete fatto sciogliere 30 gr di burro. Completate con una spolverata di parmigiano grattugiato.

PAPPARDELLE AI FUNGHI
I funghi associati alle pappardelle possiedono una comprovata attività antitumorale e lassativa, ragion per cui saranno impiegati in tutti i pazienti oncologici che non presentano le numerose controindicazioni di questi alimenti. Nelle sindromi da ipercoagulabilità ematica, e nelle poliglobulie, si potrà sfruttare la loro azione fluidificante ed emolitica integrandoli in associazioni nutrizionali che sostengono l’attività epatica e non aggravino il rene. Per il loro ridotto contenuto glicidico, le pappardelle ai funghi si possono impiegare in una dieta dimagrante o nel diabete.  Le controindicazioni riguarderanno le sindromi emorragiche, le patologie organiche del fegato e del rene, la dissenteria, le rettocolite ulcerosa e il morbo di Chron. Come si preparano?
1. In una casseruola lessate 150 gr (a persona) di pappardelle all’uovo fresche.
2. In una padella di ferro, soffriggete uno spicchio d’aglio in un fondo di olio evo. Aggiungete 150 gr di funghi crudi tagliati a fettine. L’immersione nell’olio bollente creerà un film lipidico che bloccherà all’interno dell’alimento tutti i nutrienti e la quantità di acqua di vegetazione necessaria a evitare l’eccessiva disidratazione.
3. quando la pasta è al dente scolatela. Conservata un po’ d’acqua di cottura e riversatele nella padella con i funghi.
4. Mantecate tutto a fuoco vivace fino ad ottenere una salsina vellutata. A cottura ultimata salate quanto basta con sale marino fino e aggiungete una manciata di prezzemolo fresco e un filo di olio evo crudo.
5. In caso di stipsi ostinata dopo chemioterapia, se non ci sono difficoltà epatiche o renali, alle pappardelle ai funghi si potranno aggiungere una melanzana ai ferri e una mela cruda con la buccia (o 4 prugne).

E voi siete amanti della pasta fresca? Solitamente come la cucinate? Scrivetemi nei commenti




venerdì 20 aprile 2018

I segreti della pasta secca: sapevi che non deve cuocere troppo? Meglio lunga o corta?



Il grado e la modalità di cottura della pasta secca non rappresentano soltanto un’esigenza legata al gusto, ma influiscono in modo significativo sulla funzione e sulla digeribilità di questo alimento. La cottura in acqua ne provoca una progressiva imbibizione, che è tanto maggiore quanto più lungo è il tempo di bollitura. Quando i tempi sono prolungati i principi nutritivi vengono inevitabilmente persi. Inoltre, nello stomaco, i succhi gastrici avranno difficoltà ad aggredite un alimento gonfio e imbibito, il che comporta un allungamento nei tempi di digestione e meteorismo intestinale. Consiglio di consumare la pasta cotta al dente o ripassata in padella, a meno che on ci siano precise indicazioni che prescrivono il contrario.
PRO E CONTRO DEL FRUMENTO
La pasta secca più comune è quella di semola di frumento. È una pasta ricca di glutine pertanto è fortemente consigliata nei casi di diabete o nei casi in cui bisogna evitare i picchi iperglicemici. Esistono però delle intolleranze specifiche e delle controindicazioni all’uso della pasta di frumento. Nei celiaci o nei soggetti intolleranti al glutine manca o è insufficiente il corredo enzimatico necessario per digerire questa proteina vegetale. In questi casi prima d ricorrere alle farine del tutto prive di glutine è possibile alimentarsi con pasta di farro o pasta di kamut, che ne contengono una ridotta percentuale. Un’altra controindicazione potrebbe essere la difficoltà della funzione renale.
GRANO DURO
La pasta di grano duro ha un colore giallino ed è spesso oggetto di frodi alimentari, in quanto molti pastai usano grano tenero (più economico e facile da lavorare) aggiungendo poi all’impasto dei coloranti che rendono il prodotto finale simile a quello ottenuto con il grano duro. Per capire subito se si è stati truffati bisognerà osservare l’acqua di bollitura a fine cottura: se è pulita è trasparente si tratta di grano duro, se è torbida è grano tenero. Perché queste frodi alimentari? Perché la pasta di grano duro è qualitativamente migliore poiché trattiene una quota maggiore di glutine senza cederla in soluzione. Nello stesso tempo è più facilmente aggredibile da parte degli enzimi digestivi, in virtù del minor grado di imbibizione.
IL FORMATO
Il processo di produzione e il formato della pasta hanno un significato importante in rapporto allo scopo alimentare e terapeutico. Normalmente l’industria prepara i vari formati di pasta durante il processo di trafilatura. In questo tempo possono generarsi attriti, aumento della temperatura e conseguente formazione di zuccheri semplici che avranno un più rapido rilascio.
La pasta corta, più lavorata, ha una velocità di cessione degli zuccheri maggiore, quindi è più adatta in casi in cui si richiede un più rapido assorbimento degli zuccheri a breve distanza dal parto. Si utilizza questa tipologia di pasta per ottenere un “rifornimento” più rapido e per mettere il fegato in condizione fi rispondere più rapidamente a una richiesta metabolica maggiore, come avviene ad esempio durante episodi febbrili, ciclo mestruale o fase ovulatoria. È meno indicata nei casi di diabete in cui si preferirà invece la pasta lunga (spaghetti, linguine, bucatini, ecc.). In condizioni di benessere l’uso variato di una o l’altra non provoca alcuno stato patologico.
LE GIUSTE ASSOCIAZIONI
L’utilizzo delle proprietà nutrizionali della pasta non può prescindere dalla conoscenza delle singole preparazioni, delle associazioni con altri alimenti e delle condizioni fisiologiche o patologiche di ciascun individuo. È indispensabile valutare gli alimenti come un insieme di sostanze capaci di agire biochimicamente a un livello profondo, utilizzandoli come rimedio, con le indicazioni e controindicazioni relative alle varie situazioni chimiche.
AGLIO, OLIO E PEPERONCINO: UN VERO TOCCASANA!

La pasta secca aglio, olio e peperoncino si presta per essere utilizzata efficacemente in tutte le patologie infiammatorie del sistema digerente, comprese la rettocolite ulcerosa e il morbo di Chron, situazioni cliniche che richiedono un apporto energetico, ma si giovano dell’azione antibatterica e cicatrizzante dell’aglio e del peperoncino. Essa esplicherà una funzione epato-biliare, utile nelle diete dimagranti, ma anche nelle gastriti ipotoniche e nella stipsi da ipofunzione del fegato. La sedazione indotta dal triptofano è utilissima in casi di insonnia e ipereccitabilità neurologica. Rare indicazioni, ad eccezione delle crisi ipertensive acute e intolleranza al peperoncino. Come si prepara correttamente?
1. Far cuocere 50-70 gr di spaghetti a persona
2. In una padella in ferro far rosolare a fiamma bassa uno spicchio d’aglio (potete anche schiacciarlo) in circa tre cucchiai di olio extravergine d’oliva
3. Scolare la pasta al dente e versatela nella padella ancora calda. Mantecate per qualche secondo e alla fine aggiungete il peperoncino fresco tritato (che non deve cuocere per evitare la perdita della vitamina C che è termolabile).
4. Un consiglio. Nei malati oncologici in trattamento chemioterapico il soffritto attiverà la secrezione gastrica e stimolerà fisiologicamente le vie biliari. La capasaicina del peperoncino faciliterà gli scambi di membrana, contribuendo ai processi di detossicazione dai farmaci e dai loro cataboliti.
E voi siete amanti della pasta secca? Solitamente come la cucinate? Scrivetemi nei commenti

martedì 17 aprile 2018

Due ricette a base di pesce: sogliola alle mandorle e alici al forno con pomodorini


Dopo aver esaminato attentamente le varie cotture del pesce vi propongo due gustosissime ricette.

SOGLIOLA ALLE MANDORLE

Vi propongo questa prima ricetta perché il contenuto di silicio della sogliola e il calcio, la vitamina D, le proteine e i fosfolipidi del burro rendono questa preparazione adatta per sostenere tutti i processi di accrescimento durante l’adolescenza maschile e femminile. Sarà anche una preparazione utile nel morbo di Alzheimer, nelle demenze o nei deficit di concentrazione e memoria. Utile anche in menopausa come prevenzione dell’osteoporosi. Inoltre la pelle e tutti gli annessi cutanei (capelli, unghie, ecc.)  gioveranno del silicio e del calcio purché questa ricetta sia accompagnata da alimenti che apportino ferro. Non sarà indicata nei casi di allergia, dismetabolismo lipidico e ipercolesterolemia.
Vediamo come preparare la sogliola alle mandorle in 4 passaggi:
1. Dopo aver fatto sciogliere a fuoco basso in padella circa 40 gr di burro, fate cuocere lentamente una sogliola lavata e scolata ma non spellata.
2. A cottura ultimata togliete il pesce dalla padella, spellatelo con una forchetta e rimettetelo nuovamente in padella con un’ulteriore noce di burro e 15 mandorle essiccate (che avrete tritato in precedenza)
3. Lasciate cuocere a fuoco lento altri due minuti e solo alla fine salatela quanto basta con sale marino fino. Insaporitela con un ciuffo di prezzemolo fresco tritato e servite.
4. Potete associare sogliola + 150 gr di cavolfiore crudo + 1 banana/150gr di fragole/ un quarto di ananas (questo pasto stimolerà la vigilanza mentale e migliorerà i processi di memoria

ALICI AL FORNO

Vi propongo questa seconda ricetta perché è molto utili nelle patologie oncologiche per le proprietà antiossidanti del pesce e per l’azione antineoplastica dell’aglio, del prezzemolo e del pomodoro. Nell’alimentazione geriatrica, le alici apporteranno una quota elettrolitica, uno stimolo al metabolismo rallentato dell’anziano, per il contenuto in iodio ed una percentuale di calcio. Quest’ultimo servirà anche per bilanciare un eccesso di eccitazione tiroidea, contrastando la tendenza all’insonnia, frequente in questa fase avanzata della vita. La preparazione è inoltre indicata nelle fasi di accrescimento adolescenziale, nell’osteoporosi e nella depressione nervosa. Non sarà adatta nelle allergie, nella gastrite e nell’ulcera gatro-duodenale.
Prepariamo le alici al forno in 4 passaggi:
1. Mediamente si useranno 500 gr a persona di alici fresche intere qualora non sia possibile acquistarle già pulite. Per deliscarle staccate la testa e con le dita incidete – nel senso della lunghezza – eliminando le viscere e togliendo la testa.  Ottenuti i filetti, lavateli delicatamente sotto acqua orrente fredda e lasciate scolare.
2. In una teglia rivestita con carta da forno sistemate i filetti in modo ordinato e condite con olio extravergine d’oliva a filo, uno spicchio d’aglio tritato e pomodorini tagliati a cubetti.
3. Informata a 150° per 10-12 minuti. A fine cottura aggiungere prezzemolo crudo tritato e sale marino fino (solo se necessario).
4. Al fine di rafforzare l’azione antidepressiva si potranno proporre 150 gr di alici al forno + 2 zucchine trifolate + 150 gr di macedonia di frutta + 5 mandorle.

Provatele e fatemi sapere se vi sono piaciute scrivendomi nei commenti. Buon appetito!

venerdì 13 aprile 2018

La pasta non fa ingrassare: lo dice la scienza!



Secondo uno studio condotto dal St. Michael's Hospital in Canada, i carboidrati nella pasta non fanno ingrassare, anzi, possono essere molto utili anche durante una dieta dimagrante agevolando la perdita di peso. La pasta ha un basso indice glicemico rispetto alle patate, al pane e al riso bianco, il che significa che provoca minori aumenti dei livelli di zucchero nel sangue rispetto a quelli causati dal consumo di cibi che invece hanno un livello alto di questo indice.

Inoltre i carboidrati della pasta impegnano le funzioni digestive per un tempo relativamente breve rispetto ad alimenti a maggiore contenuto proteico e lipidico, consentendo a fegato e reni di compiere le operazioni di pulizia, detossicazione ed eliminazione con maggiore celerità.

Le persone coinvolte nello studio hanno mangiato in media 3,3 porzioni di pasta alla settimana invece di altri carboidrati. Da controlli effettuati è emerso che avevano perso circa mezzo chilo in 12 settimane. Gli autori sottolineano che i risultati sono generalizzabili alla pasta consumata insieme ad altri alimenti a basso indice glicemico e avvertono che sono necessarie maggiori ricerche per determinare se la perdita di peso si applica anche alla pasta come parte di altre diete salutari.


"Lo studio ha rilevato che la pasta non ha contribuito all'aumento di peso o all'aumento del grasso corporeo - evidenzia l'autore principale della ricerca, John Sievenpiper - In realtà l'analisi ha mostrato una leggera perdita di peso, quindi contrariamente alle preoccupazioni, la pasta può essere parte di una dieta sana come ad esempio quella a basso indice glicemico".


L’uso della pasta dunque non è solo appropriato ma anche raccomandabile in un corretto regime alimentare, in quanto il suo utilizzo ha anche importanti implicazioni nella fisiopatologia epatica, pancreatica e renale, nonché sull’azione di modulazione dello stato di eccitabilità del sistema nervoso centrale.


È utile consumare la pasta di sera in quanto la presenza dell’aminoacido triptofano è coinvolto nei meccanismi di induzione al sonno, tant’è che è precursore biochimico della serotonina.


E voi siete grandi consumatori di pasta o credendo di ingrassare ne consumate poca?

Continuate a seguirmi per scoprire tutto sulla pasta fresca, secca e senza glutine!

mercoledì 11 aprile 2018

Bimbi italiani vittime di verdurofobia – 5 consigli utili per cambiare abitudine



In Italia ben 2 genitori su 10 dichiarano di non riuscire a far mangiare quotidianamente ai propri figli neanche una porzione di verdura. In questo modo tali alimenti faticano ad entrare nella dieta dei bambini
Dopo aver lanciato questo allarme, l’Iias (Istituto italiano alimenti surgelati) ha stilato un vademecum di consigli pratici per aiutare i bambini a superare il rifiuto di questi importanti alimenti che durante gli anni della crescita giocano un ruolo strategico per il loro apporto di vitamine, sali minerali e fibre. Ecco di seguito i 5 consigli dell'Iias per convincere i bambini a mangiare le verdure.

1) Mani in pasta: un modo divertente per convincere i bambini a relazionarsi con il cibo è quello di coinvolgerli nella preparazione dei piatti. Sentendosi partecipi saranno anche più motivati ad assaggiare ciò che hanno contribuito a portare in tavola. Analogamente, coinvolgerli durante la spesa e chiedere loro consiglio sulle verdure da mettere nel carrello o consentire loro di scegliere dal banco freezer quelle surgelate che preferiscono, può essere di stimolo per un 'primo' assaggio.

2) Anche l’occhio vuole la sua parte: presentare le verdure in piatti cromaticamente divertenti e in formati d’appeal può rappresentare un ulteriore incentivo al consumo da parte dei bambini. Zucchine, spinaci, carote, peperoni e zucca consentono preparazioni coloratissime e attraenti per i più piccoli.

3) Spazio alla fantasia: per rendere le verdure ancora più appetitose, liberare la fantasia per dar vita a preparazioni più 'allegre' e invoglianti può essere d’aiuto: e allora sì a polpettine, frittate, crocchette, bocconcini a forma di animali, lettere, cuori, faccine sorridenti, ma anche frullati, estratti e così via. Da non dimenticare poi la pizza: tutti i bambini ne vanno matti, per cui proporla con sopra qualche verdura può sicuramente indurli ad assaggiarla.

4) Piccoli bocconi per piccole bocche: mettere nel piatto grandi quantità di verdure potrebbe scoraggiare e demotivare all’assaggio anche il bambino più propenso, facendolo sentire incapace di finire il proprio pasto. Del resto, non occorre che i bambini consumino quantità enormi di ortaggi: le porzioni devono sempre essere rispondenti al fabbisogno e all’età; sicuramente piatti meno abbondanti risultano, per i bambini, pure meno 'impegnativi'.

5) Un grammo di buon esempio vale più di un quintale di parole: se i genitori mangiano tanta verdura, i bambini avranno sempre davanti agli occhi modelli positivi a cui ispirarsi. Tutta la famiglia dovrebbe cercare di adottare lo stesso tipo di alimentazione, perché non si può pretendere che i bimbi si rimpinzino di frutta e verdura se i loro genitori disconoscono l’universo di ortaggi presenti in natura. Dire ai bambini che la verdura deve essere mangiata semplicemente 'perché fa bene', per loro non ha molto valore.
 Dare il buon esempio è l’arma principale che i genitori possono adottare, e da questo punto di vista il nostro Paese fortunatamente è tra i pochi paesi europei considerati 'virtuosi': nel 2017, in Italia sono stati infatti consumati circa 8,5 milioni di tonnellate di frutta e verdura; un quantitativo superiore del 3% rispetto all'anno precedente. Anche il ricorso alle verdure surgelate è aumentato notevolmente: nel 2016, ne sono state consumate complessivamente (tra retail e food service) 395.500 tonnellate e nel 2017 la crescita dei vegetali, complessivamente, ha toccato quota 408.200 tonnellate.

 Che verdure mangiano i vostri bambini? Quanta verdura consumate durante la settimana? Scrivetemi nei commenti!

lunedì 9 aprile 2018

Pesce arrosto o pesce lesso? Scopriamo quando fanno bene e quando fanno male


Dopo il pesce al sale, al cartoccio e alla piastra concludiamo la nostra parentesi sulle cotture del pesce esaminando quella del pesce arrosto e quella pesce lesso. Scopriamo anche in questo caso quando beneficiare di questi metodi di preparazione e quando è meglio evitarli. Anche in quest’ultima sezione troverete diverse associazioni per comporre i vostri menù a base di pesce.
PESCE ARROSTO

Con l’innalzamento della temperatura i Sali minerali tendono a cristallizzare riducendo il vantaggio della proteina del pesce per la funzione renale. Rispetto alla carne, il fosforo è uno dei pochi componenti del pesce che può aggravare il rende. La cottura prolungata ad elevata temperatura, come avviene per il pesce arrosto, provoca una perdita della parte liquida, con una concentrazione del sodio, del fosforo e di tutti gli altri sali.  Utile nell’obesità in generale e in quella degli adolescenti in accrescimento, il pesce arrosto potrà essere proposto nell’ipotiroidismo, nel diabete, nei casi di disidratazione e demineralizzazione, ma sarà controindicato nelle disfunzioni e patologie renali, oltre che nelle allergie, nell’ipertiroidismo, nell’insonnia, nelle gastriti e nelle ulcere gastro-duadenali.

Come si prepara il pesce arrosto?

·        Desquamate, eviscerate, lavate un pesce di circa 350 gr a persona (orata, spigola, etc). adagiatelo su una teglia condito con un o spicchio d’aglio, un ciuffo di prezzemolo tritato (o erbe a piacimento), una fettina di limone e un filo di olio evo.

·        Cuocete in forno a 200° per 20-25 minuti a seconda della pezzatura. A cottura ultimata condite con un filo di olio evo a crudo.

·        Fra le possibili soluzioni nutrizionali si possono realizzare i seguenti pasti: 150 gr di pesce + 1 patata fritta + 1 pomodoro condito + una pera. Oppure 40 gr di pasta alla crudaiola + 150 gr di pesce + 2 carote crude + 150 gr di ciliegie o 3 fichi maturi. O ancora 1 purè di patate + 150 gr di pesce + insalata mista + 4 albicocche o 3 susine.




PESCE LESSO

La bollitura provoca una perdita di nutrienti del pesce in quanto parte degli oligoelementi vanno in soluzione e l quota di iodio e fosforo si riduce, attenuando l’intensità dello stimolo tiroideo e l’impegno della funzione renale. Il patrimonio nutrizionale del pesce bollito è rappresentato soprattutto dalle proteine che, in seguito a questa modalità di cottura, risultano meno impegnative per il rene, ma diventano meno digeribili, potendo aggravare i pazienti affetti da patologie gastriche. Utile nell’alimentazione pediatrica e geriatrica, il pesce lesso è proponibile in menopausa, gravidanza e allattamento, magari arricchito dalla maionese, e nelle patologie renali. Sarà controindicato nelle allergie, nelle gastriti e nelle ulcere.

Come si prepara il pesce lesso?

·        Desquamate, eviscerate e lavate un pesce di circa 350 gr a persona (spigola, orata, ecc). Fatelo lessare in acqua bollente per circa 10-15 minuti, in base alla pezzatura.

·        Dopo averlo scolato, conditelo con un filo di olio extravergine d’oliva, un ciuffo di prezzemolo tritato e qualche goccia di limone (che ne migliorano la digeribilità. Se necessario salarlo con sale marino.

·        Il pesce bollito viene spesso accompagnato dalla maionese, che reintegra parte delle sostanze perse durante la bollitura e apporta le proteine indifferenziate dell’uovo, prive di scorie azotate.

·        Si potranno osservare i seguenti menù: 150 gr di pesce (con o senza maionese) + 150 gr di puntarelle + 150 gr di fragole  (utile per le patologie renali). Oppure 150 gr di pesce + 2 cipolle al forno + 1 pesca. O ancora 150 gr di pesce + 1 patata bollita + 1/4 di ananas.  In soggetti obesi con problematiche renali si assoceranno 200 gr di pesce + 1 insalata mista + 1 kiwi.




Qual è la vostra cottura preferita? Come cucinate di solito il pesce?
Prossimamente vi suggerirò qualche ricetta appetitosa a base di pesce!

venerdì 6 aprile 2018

Cottura del pesce al cartoccio e alla piastra – I segreti per non sbagliare


Dopo avervi parlato del pesce al sale in occasione del Seminario Pratico di Bioterapia Nutrizionale, vediamo insieme quali sono gli altri metodi di cottura del pesce, scoprendone le peculiarità e i segreti per non sbagliare e soprattutto scopriamo con quali altri alimenti associarlo.


PESCE AL CARTOCCIO

La concentrazione di tutti i nutrienti, in particolare iodio e fosforo, rende il pesce al cartoccio indicato nei casi di ipotiroidismo, nelle diete dimagranti, nel post menopausa, nel trattamento dell’ipercolesterolemia, del diabete e dei dismetabolismi lipidici. La sollecitazione neurologica e tiroidea di questa preparazione può essere sfruttata per stimolare la vigilanza mentale, attivare i processi della memoria. Il contenuto di zinco sarà utile nei deficit della libido maschile e nell’oligoastenospermia. A causa del contenuto di fosforo, la preparazione è invece controindicata nei casi di allergia, ipertiroidismo, eccitazione nervosa, insonnia e patologie renali severe.

Come si prepara correttamente il pesce al cartoccio?

·        Desquamate, eviscerate e lavate un pesce di circa 350 gr a persona (orata, spigola, ecc). Adagiatelo su un foglio di alluminio e farcite l’interno con aglio e prezzemolo tritati, insieme a mezza tazzina di acqua fredda. In base alle finalità terapeutiche si potrà aggiungere alloro per i soggetti con dolori colici da fermentazione, o un rametto di rosmarino ad azione antispastica.

·        Avvolgetelo completamente nell’alluminio e fatelo cuocere in forno a 200°C per 35-40 minuti a seconda della pezzatura. A cottura ultimata conditelo con un filo di olio evo a crudo.

·        A seconda delle indicazioni terapeutiche si potranno associare 180 gr di pesce + verdure crude (della famiglia delle cicorie) oppure 180 gr di pesce + 2 carciofi crudi + 150 gr di fragole





PESCE ALLA PIASTRA

L’esposizione diretta al calore provoca una disidratazione del pesce con concentrazione di tutti i suoi nutrienti.  Nello stesso tempo, la rapidità di cottura non provoca una denaturazione eccessiva della componente proteica, tanto da rendere il pesce alla piastra digeribile quasi come quello al sale con il quale condivide indicazioni e controindicazioni. La sollecitazione tiroidea esercitata dal pesce alla piastra sommata al suo contenuto di fosforo e numerosi altri oligoelementi può essere adatta per sostenere la vigilanza mentale in soggetti impegnati in attività intellettuali o nel caso di studenti prima di un esame.

Come si prepara il pesce alla piastra?

·        Eviscerate e lavate un pesce di circa 350 gr a persona (orata, spigola, ecc) senza desquamarlo. Spennellatelo con olio extravergine d’oliva e adagiatelo su una griglia rovente.

·        Appena la superfice del pesce sarà segnata dal calore giratelo dall’altra parte completando la cottura, aggiungendo qualche goccia di limone e olio evo a filo.

·        Si realizzerà un efficace associazione bionutrizionale con 180 gr di pesce + insalata mista con rucola + 2 kiwi (utile nel calo della libido) oppure 180 gr di pesce + 1 indivia riccia + 150 gr di fagiolini o ancora 150 gr di pesce + insalata mista con cipolla 150 gr di frutti di bosco (queste ultime due preparazioni sono molto utili in caso di diabete).