Continuiamo a parlare di fragole. Dotate di un buon contenuto calorico a causa dell'elevato tenore zuccherino, le fragole rappresentano una eccellente fonte di vitamina C e di flavonoidi. Della famiglia dei flavonoidi fanno parte gli antociani, i quali sembrerebbero essere responsabili delle potenziali caratteristiche anti-infiammatorie delle fragole.
mercoledì 29 marzo 2017
giovedì 23 marzo 2017
Fragole, un ottimo ossidante
Con il termine fragola si intende la parte commestibile della pianta: anche se le fragole sono considerate dei frutti dal punto di vista nutrizionale, non lo sono dal punto di vista botanico: i frutti veri e propri sono i cosiddetti acheni ossia i semini gialli che si vedono sulla superficie della fragola. La fragola viene considerata come un frutto aggregato perché non è altro che il ricettacolo ingrossato di un'infiorescenza, posizionata di norma su un apposito stelo.
lunedì 20 marzo 2017
giovedì 16 marzo 2017
lunedì 13 marzo 2017
Prova costume? No alle diete fai da te
Si avvicina, la temiamo ma non cadete mai nella trappola delle diete fai da te!
giovedì 9 marzo 2017
Epatopatie (cirrosi, ascite, epatite, fibrosi, ecc): che alimentazione seguire?
Parliamo oggi di un argomento molto
importante, le epatopatie, patologie
che colpiscono uno degli organi più importanti: il fegato. Tra le sue numerose funzioni si possono ricordare quella
ghiandolare (produce sali biliari, bile, colesterolo, albumina, protrombina, ecc.), quella detossificante
(è capace di metabolizzare molte tossine), di accumulo di vitamine, nonché il ruolo
emopoietico. Il fegato inoltre produce inoltre glicogeno, una riserva di
zuccheri disponibile per la mobilitazione in caso di necessità nel resto
dell’organismo, e molte proteine importanti per la salute umana
Le epatopatie possono essere anche molto gravi, perciò ogni tipo di valutazione e di trattamento
deve essere affidato a professionisti che lavorano in concerto (ad esempio medici
e nutrizionisti) e che comunicano tra loro. Spesso il paziente è ospedalizzato
perciò l’alimentazione è seguita e decisa nelle strutture adeguate. Nel caso in
cui ci si voglia rivolgere privatamente a un nutrizionista, è fondamentale informarlo di tutte le diagnosi, le
analisi e tutte le terapie in atto, al fine di realizzare un piano alimentare
senza ulteriori rischi per la salute della persona.
Essenzialmente esistono 3 diversi tipi
di patologie che danneggiano fegato:
- infettive
- causate dallo stile di vita
- genetiche
Vediamo quali sono le più
conosciute:
L’EPATITE ACUTA è un’infiammazione
del fegato, generalmente causata da un’infezione virale, ma può essere anche prodotta
dalle tossine (che si trovano ad esempio in farmaci o alcol). La più comune è
data dall’abuso di alcol,
e può essere anche asintomatica e scoperta casualmente. In questo caso:
- la dieta dovrà essere molto ricca e con molte proteine
- i pasti dovranno essere piccoli ma frequenti
- l’idratazione deve essere mantenuta a livelli ottimali (è cioè necessario bere molto), poiché l’eccesso di alcol disidrata
- c’è da considerare che spesso l’alcolismo causa malnutrizione anche grave, perché inibisce la sensazione di fame. Anche qui, quindi, la dieta deve essere ricca e con un adeguato livello di proteine e, se necessario, utilizzare anche integratori di aminoacidi essenziali.
L’EPATITE CRONICA è una
condizione di infiammazione costante del tessuto epatico, può essere descritta
come una condizione di fibrosi o di cirrosi, a seconda del grado di danno che ha subito il fegato.
Anche qui, le cause possono essere infettive (il virus dell’epatite B può portare a
cirrosi, ad esempio), genetiche ma soprattutto alcoliche: il danno continuato
dell’alcol che porta
all’epatite acuta, nel tempo trasforma il fegato sano in un fegato
permanentemente danneggiato dalla cirrosi.
Spesso si deve gestire una
malnutrizione grave, per questo è
possibile che vengano dati anche molti integratori vitaminici ed eventuali
condizioni patologiche associate (osteoporosi, accumulo di rame) dovranno
essere tenute in considerazione.
L’ASCITE è l’accumulo di
liquidi a livello addominale. È una conseguenza della cosiddetta ipertensione
portale, ovvero un aumento della pressione del sangue all’interno dei vasi del
fegato: il risultato è una fuoriuscita di liquidi dai vasi e accumulo degli
stessi nei tessuti circostanti.
La cosa più importante è ridurre l’accumulo dei liquidi e tenere sotto controllo
l’assunzione di sodio evitando quindi anche molti alimenti di origine animale
che ne sono ricchi: salumi, formaggi stagionati, affettati, pesci sotto sale,
ecc.
L’ENCEFALOPATIA EPATICA è una
complicazione dei danni al fegato che interessa la salute del cervello. Non
riuscendo più a lavorare correttamente, il fegato fa accumulare nell’organismo
tossine come l’ammoniaca che danneggiano i neuroni in vari modi.
Questa situazione è molto delicata
in quanto bisogna evitare
la malnutrizione sia in fase acuta che in remissione. In fase acuta le
proteine devono essere estremamente limitate, sia gli zuccheri che i grassi
vanno somministrati facendo caso alla sopportazione del paziente. Superata la
fase acuta la dieta torna a essere più gestibile, sempre fatta comunque da
numerosi ma piccoli pasti, molto ricchi.
In linea generale, dal punto di vista alimentare, un danno
epatico va affrontato:
- con una dieta normocalorica
- con un buon livello proteico
- con un buon apporto di grassi (soprattutto insaturi, quindi derivati da cibi vegetali come la frutta secca, i semi, gli oli, i legumi)
- con il giusto livello di vitamine e sali minerali
- mangiando con regolarità ad ore prestabilite, masticando molto
- i pasti dovranno essere piccoli e frequenti,
- non utilizzando cibi troppo caldi o troppo freddi.
- evitando cibi elaborati o fritti.
- escludendo gli alcolici
- escludendo i cibi grassi
COME CI SI
REGOLA A TAVOLA?
LATTE
E DERIVATI – Sarebbe preferibile eliminare o ridurre fortemente
latte e derivati, soprattutto i formaggi stagionati, che complicano
notevolmente la fisiologia del fegato.
PANE
E CEREALI
- A seconda dei casi, si
sceglierà un sostegno epatico, proponendo carboidrati semplici e complessi,
come pane e marmellata o pane e miele, oppure di stimolo come pane e uovo
strapazzato. In generale la tostatura del pane lo renderà più digeribile,
disattivando il lievito in eccesso spesso presente nella mollica.
La pasta sarà di solito indicata come anche il
riso, soprattutto se associata all’azione drenante del pomodoro e del
carciofo, o al potassio miorilassante della zucchina.
CARNE
E PESCE
– Più di quelle del pesce, saranno utili le proteine della carne bianca, con una predilezione per le cotture semplici
e brevi; meno indicata la carne di maiale, il cui notevole contenuto lipidico
potrebbe complicare la funzionalità biliare (ragion per cui la lombata o le
salsicce di maiale saranno cotte alla piastra, in modo da far percolare e
quindi ridurre i grassi).
Per quanto riguarda il pesce, si consiglia di non
mangiare pesce di allevamento e mai cotto alla brace.
UOVA - Ad eccezione dell’uovo sodo, che potrebbe
disturbare la funzionalità della colecisti (soprattutto in presenza di sabbia
biliare o calcoli), tutte le altre modalità di utilizzo di questo prezioso
alimento saranno utilizzabili, con una frequenza diversa in base alla patologia
coinvolta.
VERDURE - Lesse, condite
con olio crudo. In fase successiva, le cotture più tollerate saranno quelle trifolate o ripassate in
padella. Verdure “epatiche” sono il carciofo, il cardo, i fagiolini, il
pomodoro, il topinambur e la zucchina.
LEGUMI –
Da preferire ceci e lenticchie, lessi o ripassati.
FRUTTA - La funzione epatica si gioverà dei frutti
fluidificanti il tessuto ematico (ananas, melone, fragole, ecc.), di quelli ad
azione drenante (mela, pesca bianca e saturnina, anguria, uva rossa o bianca),
e di quelli che facilitano la microcircolazione come la melagrana, i gelsi e i
frutti di bosco.
CONDIMENTI –
Solo olio extravergine d’oliva!
SPEZIE - prezzemolo, basilico, rosmarino, timo, alloro, salvia, origano, maggiorana, succo di limone, peperoncino etc. Sale limitatamente
DOLCIFICANTE –
Mai dolcificanti artificiali! Zucchero o miele nelle modalità indicate nella
dieta.
Scrivimi all'indirizzo stefania.dellatte@libero.it per prenotare una visita o una consulenza via Skype.
lunedì 6 marzo 2017
Le proprietà terapeutiche del limone
Scopriamo oggi quali sono le proprietà terapeutiche di un agrume molto amato: il limone.
Il limone è un albero che raggiunge dai 3 ai 6 metri di altezza. I germogli e i petali sono bianchi e violetti. Il frutto è giallo all'esterno e quasi incolore all'interno, di forma sferica fino ad ovale, spesso con una protuberanza all'apice e appuntito all'altra estremità. La buccia può essere da molto ruvida a liscia, più o meno foderata all'interno con una massa bianca spugnosa detta albedo.
I limoni sono coltivati in tutto il mondo in innumerevoli varietà che probabilmente neanche i botanici riescono a registrare correntemente. Le differenze tra di esse sono infatti riscontrabili prevalentemente nell'aspetto esteriore, mentre rimangono praticamente invariate sia le loro qualità alimentari che la relativa importanza economica. Esistono limoni verdi, rossi e dolci benché siano quasi del tutto sconosciuti.
La parte del frutto più comunemente utilizzata è il succo che rappresenta fino al 50% del suo peso, contiene 50-80 grammi/litro di acido citrico, che conferisce il tipico sapore aspro e diversi altri acidi organici tra cui l'acido malico, l'acido ascorbico o vitamina C (0,5 g/l).
giovedì 2 marzo 2017
I rimedi naturali contro i raffeddori
Nel video che vi propongo oggi punteremo l'attenzione su tutti quei rimedi naturali che riescono a prevenire e curare gli odiosissimi raffreddori!
Iscriviti a:
Post (Atom)