La menopausa rappresenta un periodo della vita femminile che può durare anche diversi anni, durante i quali si verifica un cambiamento degli equilibri ormonali tipici
dell’età fertile.
Si tratta di un adattamento fisiologico che va accompagnato dal punto di vista
nutrizionale per attenuarne eventuali sintomi e disturbi. A causa della graduale riduzione degli estrogeni,
nella maggior parte delle donne in menopausa si verifica un aumento relativo degli androgeni. Questa diversa condizione ormonale
giustifica tutta
una serie di cambiamenti somatici e psicocomportamentali, che variano in base
ai diversi equilibri neuroendocrini e costituzionali soggettivi. La maggior
parte di questi adattamenti riguarderanno:
- Alterazione del ritmo sonno/veglia, ansia, irritabilità, sbalzi di umore, depressione e insonnia.
- Sintomi cardiovascolari come ipotensione, lipotimie, palpitazioni, cardiopalmo, ipertensione. Quest’ultima si manifesta di solito in sede retronucale al mattino, associata o meno a senso di sbandamento.
- Ipotrofia della mucosa vaginale che, insieme ad una minore lubrificazione, determina spesso dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) e diminuzione della libido derivante dal calo estrogenico. In molti casi si possono verificare prolasso uterino e incontinenza urinaria.
- Disturbi vasomotori con la classica “caldana” caratterizzata da afflusso di calore verso l’alto, per una vasodilatazione preceduta da una vasocostrizione improvvisa (brivido caldo), accompagnata da sudore.
- Tendenza all’osteoporosi, in quanto la deprivazione estrogenica facilita la demineralizzazione ossea, soprattutto nelle donne dedite ad attività sedentaria, con poco movimento e uno stile alimentare molto disordinato.
- Riduzione del metabolismo e dell’attività tiroidea con incremento di peso in senso androgenico, cioè con perdita del punto vita e accumulo adiposo nelle zone delle braccia, del collo e del torace.
- Aumento del rischio cardiovascolare e diabetico per possibile insorgenza di insulinoresistenza periferica, per cui l’attenzione al carico glicemico sarà necessaria soprattutto nei pasti serali.L’esperienza clinica nutrizionale dimostra che una corretta associazione di alimenti nella composizione dei pasti ritarderà, attenuerà o risolverà la maggior parte dei disturbi tipici della menopausa fisiologica.Le linee guida alimentari dovranno garantire:a) Un apporto costante di fito- e catecolestrogeni, presenti in numerosi alimenti come salvia, cavolfiore, mango, papaia, borragine, legumi, orzo, pollo o vitello. Tali alimenti saranno però controindicati in donne che riferiscano tumore del seno estrogeno-sensibili, per le quali si terrà conto solo delle successive indicazioni.b) L’esclusione di tutti quei cibi in grado di incrementare ulteriormente l’attività del corticosurrene, con il rischio di far peggiorare l’intensità delle caldane e aumentare il rischio cardiovascolare.c) Nei casi d’incremento ponderale sarà necessario aumentare il consumo di prodotti ittici ad eccezione del pasto serale, in quanto il loro contenuto in iodio e fosforo potrebbero disturbare il sonno e provocare la comparsa o il peggioramento delle caldane nelle ore notturne.d) Sarà indispensabile fluidificare il tessuto ematico e migliorare la microcircolazione con frutti come l’ananas, il melone, la pesca a pasta bianca, i mandarini, le fragole, i frutti di bosco e la melagrana.e) Per garantire una quota di calcio sarà possibile utilizzare il latte intero fresco o alcuni suoi derivati.
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