lunedì 28 novembre 2016

Storia e origini dei metodi di cottura



Buon pomeriggio! Oggi ho deciso di parlarvi dei metodi di cottura. In realtà affronteremo questo argomento a episodi, un po’ come abbiamo fatto per la gravidanza, in modo da dedicare la giusta attenzione ad ogni metodo.

Precisiamo subito che le cotture dei cibi più adatte sono quelle che avvengono nel minor tempo possibile e con una temperatura non eccessivamente elevata, in modo da non alterare gli alimenti e i nutrienti.


PARTIAMO DAL PRINCIPIO

 
Il primo sistema di cottura è stato quello allo spiedo in ampi spazi. Un metodo pratico in cui era possibile cuocere i pezzi di carne, semplicemente infilzandoli ed esponendoli al calore.

Con il tempo è stato più comodo cuocere al riparo da agenti atmosferici come la pioggia, per esempio in ambienti chiusi da tralicci o tende, trasformando lo spiedo in cottura alla brace oppure cottura alla griglia. Successivamente, si iniziò a porre la carne in placche di ferro,  realizzando una prima rudimentale modalità di cottura al forno.

Una tappa molto importante fu la scoperta che grazie ad alcuni grassi animali o vegetali, il cibo si poteva cuocere, friggendolo. Furono i vegetali, cereali e leguminose a spingere definitivamente l’uomo a pensare alla cottura per renderli commestibili. Ad esempio, alcune radici dovevano essere cucinate per permettere la rottura delle fibre immangiabili a crudo.



Tutte queste esperienze portarono l’uomo alla necessità di creare recipienti in differenti materiali per la cottura. Si sa, infatti, che nell’antica Mesopotamia o in Egitto si utilizzavano recipienti in ceramica per bollire e in bronzo o ferro per friggere. I Romani utilizzavano per lo più batterie in bronzo e proprio a quell’epoca risale la prima produzione su vasta scala di pentole.  L’uso della pentola in terracotta, decisamente più economica, proseguì anche nel Medioevo e solo in seguito, con il perfezionamento delle tecniche di lavorazione, si diffusero le pentole in rame e in ferro.


Fino al 1500 le forme dei contenitori, malgrado il passare dei secoli, non subirono modifiche sostanziali. Solo alla fine del 1500, l’inserimento nel menù quotidiano di un’alimentazione più ricca e differenziata e la rinnovata attenzione delle classi più abbienti verso la cucina portarono a inevitabili modifiche degli strumenti di cottura.

Da allora si sono evolute le tecniche di produzione, sono stati scoperti nuovi metalli e si sono specializzate le tecniche di cottura. Di fatto si può affermare che il tempo ha confermato la validità di quanto già rilavato dagli avi, ossia che le forme dei contenitori, differenziate per ogni tipo di cottura, hanno grande importanza nell’ottenere una preparazione ottimale.

 Giovedì scopriremo uno dei metodi di cottura più gustosi: la frittura!

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