Buon pomeriggio
a tutti!
Dedicheremo
il mese di gennaio a un argomento molto importante: l’ipertensione. Scopriremo insieme le varie tipologie esistenti e come
alimentarsi correttamente in presenza di tale patologia, senza ovviamente trascurare i
piaceri della tavola.
COS’È L’IPERTENSIONE?
L’ipertensione
arteriosa costituisce una condizione clinica in cui la pressione sanguigna nelle arterie della circolazione sistemica è
elevata, comportando un aumento di lavoro per il cuore. La pressione
arteriosa è riassunta da due misure, sistolica e diastolica, relative al fatto che
il muscolo cardiaco si contrae (sistole) e si rilassa (diastole) tra un battito
e l’altro.
Circa il
90-95% dei casi di ipertensione sono classificati come “primari o idiopatici”,
il che significa che la pressione è alta senza chiare cause mediche alla base.
Il restante 5-10% dei casi, classificati come
“ipertensione secondaria” sono
effettivamente provocati da altre malattie che colpiscono i reni, le arterie
stesse, il cuore o il sistema endocrino.
Anche moderate
elevazioni della pressione sanguigna arteriosa vengono associate ad una riduzione dell’aspettativa di vita. L’ipertensione
infatti rappresenta un fattore di rischio per:
- ictus
- infarto del miocardio
- insufficienza cardiaca
- aneurismi delle arterie
- malattia renale cronica
Raramente l’ipertensione è svelata da sintomi specifici e la sua identificazione è dovuta spesso a uno screening
casuale o al trattamento di problemi non correlati. Le evidenze, tuttavia,
rilevano che gran parte delle persone con ipertensione lamenta cefalea (in particolare nella zona
postero-superiore del cranio) con maggiore frequenza nelle ore mattutine,
quando sono fisiologicamente più elevati i valori degli ormoni surrenalici.
I cambiamenti
nella dieta e nello stile di vita del paziente sono in
grado di migliorare sensibilmente il controllo della pressione sanguigna e di
ridurre pertanto il rischio di complicazioni per la salute. Tuttavia il trattamento farmacologico è spesso necessario
in persone per le quali tali cambiamenti risultino inefficaci o insufficienti.
COME INTERVENIRE DAL PUNTO DI VISTA NUTRIZIONALE?
Dal punto
di vista nutrizionale si può intervenire efficacemente nella maggior parte dei
casi di ipertensione, sia nelle fasi iniziali, quando il medico cerca di
procrastinare il trattamento farmacologico consigliando genericamente la ridu-
zione o l’astensione dal sale; sia quando le linee guida alimentari saranno
programmate per agire in sinergia con i farmaci stessi, cercando di ridurli al
dosaggio efficace più basso possibile. È
possibile distinguere due grandi categorie di soggetti affetti da ipertensione,
con esigenze nutrizionali differenti.
INDIVIDUI CON IPERTENSIONE ADRENERGICA: di solito magri, asciutti, nervosi, soggetti a scatti di rabbia e d’irritabilità,
con crisi ipertensive considerevoli e di
breve durata ma con indici pressori elevati, soprattutto per quanto
riguarda il valore sistolico. Questi soggetti tendono alla disidratazione, pertanto i loro gradienti pressori non dipenderanno
dall’aumento dei liquidi nel letto vascolare, quanto dalla contrattura della muscolatura liscia vasale, causata dall’elevato
tono adrenergico che li caratterizza.
Essi gioveranno di un trattamento nutrizionale neuro-sedativo, con alimenti ricchi di calcio e potassio e con una quota
significativa di zuccheri semplici e complessi atti a sostenere il loro
elevato consumo energetico ed evitare condizioni di ipoglicemia che
attiverebbero la secrezione di adrenalina, rischiando crisi ipertensive acute
con elevata frequenza cardiaca. Per la stessa ragione, saranno EVITATE sostanze nervine come caffeina, teina e teobromina, i prodotti ittici con maggiore
concentrazione di iodio e fosforo e tutte le verdure neuro-eccitanti (come il sedano, la melanzana) e la maggior
parte delle crucifere (prevalentemente
cime di rape e broccoli).
INDIVIDUI CON IPERTENSIONE DISMETABOLICA: questa seconda categoria di soggetti ipertesi rientra nelle linee
guida nutrizionali tipiche della sindrome metabolica, che accomuna le indicazioni
relative all’obesità, alle patologie cardiovascolari e al diabete. In questo
caso bisognerà:
- Agevolare la funzione renale con una riduzione del glutine e un impiego frequente di tutte le verdure diuretiche, in particolare quelle appartenenti alla famiglia delle Cicoriae, evitando i vegetali a maggiore contenuto di sali minerali e di ossalati (come bietola, asparagi e spinaci);
- Attivare i processi depurativi organici e ridurre il peso corporeo, proponendo spesso la quota proteica dei prodotti ittici, con una diminuzione o esclusione della carne rossa, a maggiore contenuto di scorie azotate;
- Stimolare il fegato con alimenti fritti e soffritti in olio extravergine d’oliva, ma anche trifolati e ripassati, garantendo una presenza costante dell’aglio, che agirà come regolatore della pressione sistolica e diastolica;
- Nei soggetti diabetici o a rischio per questa malattia, sarà opportuno calcolare il valore complessivo del carico glicemico di tutti i pasti, in particolare di quello serale;
- Contrastare la tendenza all’ipercoagulabilità ematica, escludendo i derivati del latte e proponendo alimenti fluidificanti come l’aglio, la cipolla, le fragole, l’ananas, il melone e tutti i frutti di bosco, utili anche per la microcircolazione (sempre a rischio negli ipertesi).
La
prossima settimana vi indicherò alcune preparazioni indicate (e controindicate)
per le due tipologie di ipertensione.
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