giovedì 6 ottobre 2016

Colesterolo alto? Puoi curarlo a tavola


Il colesterolo è un alcool policiclico appartenente alla famiglia degli steroli (complesse molecole solubili nei grassi) e fu identificato per la prima volta come componente dei calcoli biliari, da cui il termine chole (bile) e stereos (solido).
È presente in tutti i tessuti, soprattutto nel cervello, nella bile e nel sangue e costituisce un precursore fondamentale per la sintesi di numerosi ormoni, della vitamina D e per la formazione dei sali biliari.
Nel circolo ematico i valori oscillano in media tra 150 e 200 mg/dl, con rilevanti differenze individuali (anche collegate all’età e alla costituzione del soggetto) ed è trasportato in tutto il corpo dal sangue, da cui le cellule ne prelevano direttamente la quantità necessaria.
Data la sua limitata solubilità, per raggiungere le sedi di utilizzazione il colesterolo è trasportato da diverse lipoproteine, fra cui si distinguono le LDL, costituenti il cosiddetto “colesterolo cattivo” e le HDL, conosciute come “colesterolo buono”. La sintesi endogena del colesterolo da parte del fegato è di gran lunga superiore all’apporto esogeno tramite gli alimenti (rispettivamente l’80% contro il 20%). La quota che non passa nel sangue è necessaria per i processi digestivi come costituente fondamentale dei sali biliari. Dunque, la domanda da porsi è questa: se il colesterolo è ritenuto così dannoso, perché l’organismo ne produce tanto?
Alla luce di questa riflessione si evidenzia l’assoluta inutilità di escludere drasticamente i lipidi alimentari per ridurre l’ipercosterolemia, raccomandando, invece, di stimolare la funzione epato-biliare per permetterne l’eliminazione nel lume intestinale.
 Tale stimolo si realizzerà con un corretto impiego di soffritti e fritti, solo in olio extravergine di oliva, superando la naturale perplessità dei pazienti ai quali di solito viene raccomandato di evitare tali modalità di cotture.
Saranno adatti alimenti ricchi di potassio ad azione miorilassante per dilatare la muscolatura liscia delle vie biliari e favorire il deflusso verso il lume intestinale.
Nello stesso tempo si eviterà di complicare i processi digestivi con preparazioni di difficile digestione o con apporto simultaneo di lipidi di diversa natura.
Nella composizione dei pasti si utilizzeranno alimenti dotati di specifica azione ipocolesterolemizzante, come la mela verde o Granny Smith, tutti i frutti di bosco, le fragole e la melagrana.
Il kiwi sarà doppiamente indicato sia per il suo contenuto di Vitamina C che per l’azione di stimolo intestinale.
Da segnalare anche l’utilità dei legumi e del pesce o di rimedi come il centrifugato di carota, da assumere a digiuno.

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