Oltre alle severe patologie infiammatorie
dell’intestino, fra le
quali vanno segnalate la rettocolite
ulcerosa, il morbo di Crohn e la
diverticolite acuta, esistono una
serie di disturbi spesso etichettati in maniera generica, che rientrano nel
campo delle coliti e del colon
irritabile e richiedono opportuni accorgimenti nutrizionali, prima di
ricorrere a terapie farmacologiche di solito non risolutive.
SINTOMATOLOGIA
I sintomi possono essere molteplici, alcuni
diretti, altri non intestinali, ma sempre associati. Tra i sintomi diretti
ci potrà essere
dolore o fastidio addominale,
talvolta attenuato dalla defecazione o associato a variazione di frequenza dell’alvo e di consistenza delle feci. In molti
casi potrà essere
presente muco e alternanza di gonfiore o spasmi addominali. Tra i sintomi intestinali concomitanti si
potranno verificare quelli tipici di una digestione non ottimale come l’alitosi, la nausea
anche con vomito, il senso di sazietà precoce, i borborigmi intestinali e persino dolori all’ano e al perineo, con presenza o meno di sindrome emorroidaria. L’aumento della pressione addominale potrà comportare l’urgenza
di urinare, spesso accompagnata da necessità di farlo durante la notte o da un senso di
incompleto e difficoltoso svuotamento della vescica.
Tra
i disturbi generali andranno sicuramente annoverati la cefalea, la stanchezza
cronica con sonnolenza, fino a
forme di ansia o depressione per il malessere prolungato
che preoccupa il paziente. Nella maggior parte dei casi la colonscopia
evidenzierà uno
stato infiammatorio di vario grado della mucosa del colon, anche se molti
sintomi potranno essere provocati da fenomeni reattivi dell’intestino tenue.
Prima
di qualsiasi trattamento nutrizionale occorrerà una diagnosi gastroenterologica che possa escludere malattie organiche
dell’apparato
gastro- enterico.
CURARSI
A TAVOLA
Bisognerà valutare lo stile di vita del paziente, le sue
abitudini alimentari, la comparsa dei fastidi in seguito all’assunzione di determinati alimenti e verificare
se non ci sia un rapporto diretto tra stress e insorgenza dei sintomi, in
quanto è ben nota l’influenza
del tono nervoso sulla funzionalità gastro-intestinale.
Per un’efficace
soluzione nutrizionale bisognerà:
1 - Migliorare
la funzionalità gastrica,
epato- biliare e pancreatica, in quanto una efficace digestione costituirà il presupposto indispensabile per la
regolarità di
tutte le altre tappe della digestione. A seconda dei casi, sarà utile raccomandare una masticazione prolungata degli alimenti. Si sceglieranno associazioni
alimentari che non comportino processi digestivi lenti e laboriosi e nei limiti
dello stile di vita e di lavoro del paziente, si cercherà di
regolarizzare il ritmo dei pasti.
2 - Esclusi quegli alimenti che nell’esperienza diretta del paziente sono in grado
di provocare un peggioramento della sintomatologia, sarà necessario
prestare particolare attenzione ai vegetali meteorizzanti, a causa
del loro contenuto di cellulosa, come i carciofi, i funghi o il topinambur.
3 - L’impiego di minestre, legumi e brodi vegetali
o di carne dovrà essere
escluso o ridotto in quanto soluzioni in grado di provocare
fenomeni fermentativi e meteorizzanti che aggraverebbero la sintomatologia colica,
soprattutto quando siano presenti diverticoli intestinali.
4 - Quasi senza eccezioni, il miglioramento o la remissione della
sindrome colitica dipenderà anche
dall’uso
di alcune spezie, il cui impiego millenario ha protetto le
popolazioni dalle patologie gastrointestinali. Pertanto si raccomanderà l’uso
della curcuma, il cui potere
antinfiammatorio è ben documentato, dello zenzero,
che migliorerà i
processi digestivi, e del peperoncino,
in grado di influire positivamente sulla flora batterica intestinale e su tutti
i processi fermentativi e putrefattivi.
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