Al momento della nascita, con il taglio del
cordone ombelicale, s’interrompe
la simbiosi materno-fetale. Il trauma psichico del distacco viene però attutito
dall’amorevole
legame del bambino con il seno materno per tutto il periodo che precede lo
svezzamento.
Dopo il parto e le prime poppate che
forniscono al piccolo un alimento di eccezionale valore vitale come il colostro,
subentra la montata lattea e gradualmente l’organismo della neo mamma
si adatta al ritmo dell’allattamento
al seno, che sarà dettato unicamente dalla
richiesta del neonato.
COSA
FARE IN CASO DI MONTATA LATTEA SCARSA O INSUFFICIENTE?
Soluzioni efficaci sono quella del pane cotto, del brodo di gallina, o della borragine
al burro e parmigiano. L’esperienza
nutrizionale dimostra che l’aglio,
nelle sue varie forme di utilizzo, è uno dei più potenti galattagoghi, anche
quando è solamente adoperato nelle cotture e poi non ingerito dalla madre. Di
pari importanza è l’impiego
del peperoncino, il cui principio
attivo più importante, la capsaicina, agisce a livello dei canali del calcio
delle membrane cellulari, favorendo l’attività dei dotti lattiferi. È da
sottolineare come tale sostanza svolga innumerevoli azioni utili a carico dell’organismo materno, senza
tuttavia passare nel latte assunto dal bambino.
VERDURE
VIETATE
Troviamo
gli asparagi e i carciofi, che possono modificare il
sapore del latte o ridurre la montata lattea. Controverso è il caso delle
crucifere, come broccoli, verza, cavolfiore, di solito sconsigliati. In realtà, se il neonato non
lamenta meteorismo intestinale con colichette e disturbi digestivi vari, non c’è
ragione di escludere tale categoria di alimenti, soprattutto se vengono assunti
dalla madre dopo averli sbollentati e
ripassati in padella con olio, aglio e peperoncino.
In presenza dei citati disturbi, vanno
eliminati per qualche giorno dalla dieta della madre tutti gli alimenti meteorizzanti, come legumi e verdure
particolarmente ricche di cellulosa, così come
i pesci a maggiore contenuto di iodio, in quanto l’eccitazione neurologica e
tiroidea materna contribuirebbe al malessere del bambino.
ALIMENTI
CONSIGLIATI
La puerpera dovrà avere un’alimentazione completa di carboidrati, proteine, sali minerali
e vitamine. In assenza di
intolleranza al latte vaccino, sarà utile far assumere quest’ultimo nella colazione del
mattino, magari dolcificato con miele e integrato con un trito di frutta secca
(mandorle,
pinoli, noci o nocciole) e una spolverata di
cacao, in sostituzione del caffè,
il cui effetto eccitante potrebbe ripercuotersi sul sistema nervoso del
bambino. Il latte intero fresco potrà essere invece utilizzato
come bevanda durante il giorno, migliorandone molto la digeribilità con qualche goccia di
limone o una modesta quantità di
succo d’arancia, associazioni che
potrebbero sembrare inopportune, ma che al contrario si rivelano gradevoli e
anticipano ciò che avviene nell’ambiente
acido dello stomaco.
APPORTO DI LIQUIDI E LE MERENDE
Le merende son necessarie durante l’allattamento e potranno
prevedere l’impiego
di tisane di vario tipo o spremuta di limone con biscotti oppure dello yogurt intero arricchito da frutta secca. Se l’appetenza è più spiccata
verso cibi salati, sono ottimali soluzioni come crostini di pane con fettina di prosciutto crudo, bresaola, speck,
lonza o paté di olive fatto in casa, in modo da garantire una quota proteica e
lipidica supplementare a quella dei pasti principali.
A margine delle linee guida alimentari
durante l’allattamento,
è doveroso sottolineare che la condizione
psico-emotiva della madre si ripercuote sulla qualità del latte che viene
assunto dal neonato. Una donna che si trova
ad affrontare forti stress in questa fase della vita, produrrà un latte di scarso valore
nutritivo per il piccolo, soprattutto nelle poppate serali e notturne.
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