lunedì 16 ottobre 2017

L’importanza dei sali minerali: il cloro




Nell'organismo, così come nei cibi, il cloro è presente soprattutto sottoforma di cloruro di sodio (il normale sale da cucina) e di potassio. È il principale anione (ione caricato negativamente) intra ed extracellulare; per due terzi (70% circa) si trova all'esterno delle cellule, per il rimanente al loro interno, nell'osso e nel tessuto connettivo.


Il cloro è necessario per formare l’acido cloridrico (HCl), l’acido indispensabile per mantenere un adeguato pH nello stomaco e quindi fondamentale per la funzione digestiva. Il basso pH dello stomaco permette l’attivazione degli enzimi digestivi ed è inoltre un fattore di protezione contro i batteri nocivi per l’organismo introdotti con l’alimentazione, i quali non sono in grado di sopravvivere ad elevati livelli di acidità (basso pH).


L'assorbimento avviene nel primo tratto dell'intestino tenue, attraverso uno scambio con i bicarbonati; l'eliminazione avviene prevalentemente per via urinaria e fecale, ma anche attraverso il sudore.


Una volta assorbito, interviene nella regolazione dell'equilibrio acido-base, della pressione osmotica e del bilancio idrico (regola la distribuzione dei liquidi all'interno e all'esterno delle cellule e con essa la volemia, cioè il volume di sangue presente nell'organismo); facilita inoltre il trasporto dell'anidride carbonica da parte dei globuli rossi.


Il consumo giornaliero di riferimento, calcolato in base al REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011 è di:


  • 0,18 grammi fino ai 6 mesi di vita;
  • 0,57 g fino all'anno di età;
  • 1,5 g tra 1 e 3 anni;
  • 1,9 g tra 4 e 8 anni;
  • 2,3 g tra 9 e 13 anni;
  • 2,3 g dai 14 ai 50 anni;
  • 2,0 g tra i 51 e i 70 anni;
  • 1,8 grammi a partire dai 71 anni;


 


Un sovradosaggio favorisce l’insorgenza dell’ipertensione. Livelli eccessivi cloro nel sangue possono inoltre aumentare la glicemia in chi soffre di diabete e influenzare il trasporto di ossigeno.


Un'intossicazione derivante dall'inalazione o dall'ingestione di cloro presente nell'acqua può scatenare difficoltà respiratorie, accumulo di fluidi nei polmoni, bruciore alla bocca, dolore e gonfiore alla gola, mal di stomaco, vomito e sangue nelle feci.


La carenza di cloro difficilmente è determinata da uno scarso apporto con l'alimentazione. Più frequentemente dipende dal vomito (l'eliminazione dei succhi gastrici determina una forte eliminazione del cloro), diarrea, sudorazione, scarsa produzione di aldosterone. Causa crampi muscolari, apatia mentale e anoressia.


Nell’alimentazione la fonte principale è il sale da cucina ma ne sono particolarmente ricchi tutti i cibi stagionati, come ad esempio formaggi, salumi e prodotti da forno. È presente anche nell’acqua e in molti alimenti di origine vegetale come le alghe, la segale, i pomodori, la lattuga, il sedano e le olive.


 

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