Il nichel è un metallo conosciuto anche come “rame bianco” e ne esiste traccia sin dal 3500 a.C. Nel 1751 il
barone Axel Frederik Cronstedt, tentando di estrarre rame dalla niccolite
ottenne un metallo bianco che battezzò nichel, dal tedesco kupfernickel (falso rame) o da nickel
(folletto, diavoletto).
L'esposizione cronica può
rappresentare un rischio a causa della tossicità
e della cancerogenicità, tant’è che
oggi l'allergia e l'intolleranza al nichel sono sempre più diffuse e possono
presentarsi sia a livello cutaneo che alimentare.
La principale fonte di
esposizione al nichel, infatti, è il consumo
orale, poiché è presente sia nel cibo
ch nell'acqua. In realtà lo troviamo
un po’ dappertutto: acciaio inox, gioielli, chiavi, bottoni, cerniere, gancetti
di scarpe, abiti ed accessori, monete, porte shampoo, detergenti, fumo di
tabacco, carburanti fossili e prodotti di raffineria (giusto per citare qualche
esempio). I rubinetti in nichel contaminano
le acque e il suolo; cucinare in pentole
e tegami in leghe di nichel o
mangiare in piatti dipinti con vernici
contenenti nichel contribuisce a contaminare il cibo.
Nonostante la massiccia presenza
nella vita di tutti i giorni, la
quantità media alla quale la maggior parte di persone è esposta non rappresenta un pericolo per la salute
umana. La maggior parte del nichel assorbito quotidianamente dagli umani è rimosso per via renale ed eliminato attraverso le urine, oppure passa
attraverso il tratto gastrointestinale senza essere assorbito.
A TAVOLA
Per prima cosa chi ha una forte
intolleranza o allergia al nichel, deve di consumare gli alimenti contenuti in scatolette di alluminio e lattine e preferire le confezioni in
vetro. È preferibile cuocere in tegami di vetro, ceramica o terracotta e
acciaio, non utilizzare pentole con teflon o antiaderente.
L'introito medio con la dieta è di 300-600 μg al giorno. Il
fabbisogno giornaliero sembrerebbe essere intorno ai 25-35μg ma il ruolo del
nichel nelle funzioni biochimiche non è chiaro. Il contenuto di nickel nei
vegetali è quattro volte superiore a quello dei prodotti animali ed è
fortemente influenzato dalle concentrazioni del metallo nel terreno, varia da
luogo a luogo con un aumento della concentrazione in primavera e in autunno.
La tolleranza all'allergene può variare molto da un soggetto all'altro
perciò prima di modificare lo stile di vita e l’alimentazione è necessario recarsi da un professionista (nel
nostro caso un nutrizionista) e farsi guidare un passo alla volta per evitare
carenze nutrizionali o altre problematiche. Infatti esistono alimenti che si
possono consumare in piccole quantità e alimenti da bandire completamente. Può
capitare di essere sensibili a certi alimenti, ma di tollerarne bene altri,
anche se contengono nichel.
Ora scopriamo quali alimenti
contengono una maggiore quantità di nichel:
Cioccolato e cacao in polvere: il cioccolato è una delle fonti di
nichel più concentrate. Il cioccolato fondente ne contiene 2,6 microgrammi per
grammo, il cioccolato al latte 1,2 e il cacao in polvere 9,8.
Anacardi: gli anacardi contengono 5,1 microgrammi di nichel per
grammo. Tra la frutta secca, gli anacardi sono una delle maggiori fonti di
nichel, a cui sarà necessario fare più attenzione, soprattutto se presenti in
tracce nei prodotti industriali e confezionati.
Pomodori e ortaggi: tra gli ortaggi più ricchi di nichel troviamo i
pomodori, ma il nichel è contenuti anche in asparagi, broccoli, carote, cavoli,
cavolfiori, fagiolini, finocchi, lattuga, sedano, radicchio e altri ortaggi.
Sono di solito più tollerati: cetrioli, zucca, zucchine, melanzane e peperoni.
Spinaci: anche gli spinaci contengono una certa quantità di nichel,
pari a 0,30 microgrammi per grammo e sono tra le verdure da tenere maggiormente
sotto controllo in caso di allergia o intolleranza al nichel, accanto a cibi
come pomodori e lenticchie.
Legumi e frutta secca: chi è allergico al nichel potrebbe dover
moderare il consumo di legumi e di frutta secca, con particolare riferimento
alle lenticchie, ai ceci, alla soia, alle noci, alle nocciole e alle mandorle.
I fagioli rossi, ad esempio, contengono 0,45 microgrammi di nichel per grammo.
Frutta essiccata: la frutta essiccata contiene quantità di nichel
maggiori rispetto alla frutta fresca. ciò potrebbe dipendere anche dai
trattamenti industriali. Tra la frutta essiccata possiamo trovare fichi,
uvetta, albicocche e prugne.
Bevande: chi è particolarmente sensibile al nichel dovrebbe fare
attenzione ad alcune bibite e bevande, con particolare riferimento alla
cioccolata, al caffè, al tè e alla birra, ma anche a tutte le bibite contenute
in lattina.
Cibi in scatola: i cibi conservati possono incrementare il loro
contenuto di nichel a causa del materiale del contenitore. Attenzione a lattine
e scatolette. Tra i cibi in scatola si possono trovare tonno, carne, legumi,
frutta e verdure. Meglio scegliere le alternative fresche o confezionate in altri
materiali in caso di allergia al nichel.
Cereali: tra i cereali più ricchi di nichel troviamo l'avena, il
mais, il miglio e il grano saraceno. Bisogna prendere in considerazione sia i
cereali in chicco che le relative farine e i prodotti confezionati che possono
contenerle.
Frutti di mare e pesce: per quanto riguarda gli alimenti non
vegetali, tra le maggiori fonti di nichel troviamo i frutti di mare e il pesce
(ben nota fonte di metalli pesanti), con particolare riferimento alle ostriche,
al salmone, ai gamberi e alle cozze, ma anche ad aringhe e sgombri.
ALCUNI SUGGERIMENTI
- mangiare cibi ricchi di ferro, idonei a contrastare
l’assorbimento di nichel;
- assumere vitamina C, anch’essa contrasta
l’assorbimento
- utilizzare pentole adatte per chi
soffre di allergie ai metalli pesanti: padelle in teflon, ceramica, vetro, plastica (mai
acciaio) Le sigle 18/10, 18/8 e 18/c presenti sulle pentole si
spiegano col fatto che l’acciaio inossidabile è una lega composta da
ferro, cromo, nichel e altri metalli. Il primo numero indica la
percentuale di cromo presente nella lega, il secondo indica la percentuale
di nichel. In caso di allergia a quest’ultimo materiale, occorre dunque
scegliere pentole e padelle in acciaio inox 18/c, ovvero totalmente prive di
nichel.
- non usare la carta alluminio in
cucina
- bere molta acqua
ALLERGIA O INTOLLERANZA?
L’ allergia al
nichel é prevalentemente un’allergia da contatto,
cioè si sviluppa quando alcune parti del corpo vengono a contatto con questo
metallo presente in tantissimi oggetti che si utilizzano quotidianamente.
Essa è definita
anche allergia da accumulo, perché nei soggetti che hanno fatto un largo uso di
questo metallo, basta una piccola quantità di nichel per scatenare una reazione
allergica. Non esiste una vera e propria cura per questa
allergia, ma è bene limitare il più possibile il contato con il metallo in
questione e seguire i consigli degli specialisti ( allergologo e dietologo ).
L’intolleranza, invece,
si manifesta dopo aver ingerito alimenti
contenti nichel. Questa condizione, a differenza dell’allergia, può essere
temporanea e con una dieta accurata si può recuperare la tolleranza nei
confronti di alcuni alimenti.
I sintomi dell’intolleranza possono manifestarsi sottoforma di
dermatiti, prurito, acufeni, emicrania, infiammazione gengivale, stanchezza,
nausea, asma, gonfiore addominale e colite.
Sei o sospetti
di essere intollerante al nichel? Per prenotare ora la tua consulenza presso lo
studio della Dott.ssa Stefania Dellatte chiama il numero 320 7405079 o scrivi a
stefania.dellatte@libero.it