La Gazzetta ufficiale ha pubblicato un decreto in cui il
ministero per lo Sviluppo chiarisce la definizione di "panificio", "pane fresco" e "pane conservato". Tutto ciò per
valorizzare l'artigianalità del prodotto e la materia prima made in Italy anche
attraverso una normativa sanzionatoria
e l'introduzione di un'etichettatura del
pane. Vediamo insieme le nuove definizioni.
PANIFICIO: l'impresa che dispone di impianti di produzione
di pane e svolge l'intero ciclo di produzione dalla lavorazione delle materie
prime alla cottura finale.
PANE FRESCO: si intende il pane preparato secondo un
processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento
o surgelazione. Inoltre viene ritenuto continuo il processo di produzione
quando non intercorra un intervallo di tempo superiore alle 72 ore dall'inizio
della lavorazione fino al momento della messa in vendita del prodotto.
PANE CONSERVATO: sarà prevista invece la vendita in
scomparti appositamente riservati.
In realtà, a detta delle organizzazioni e degli operatori
del settore, si tratta di un quadro normativo necessario ma non sufficiente, perciò
si continua a restare in attesa di una legge del comparto dell'arte bianca.
"Il testo del decreto ministeriale - ha commentato il presidente di Assopanificatori nazionale Davide Trombini- è molto schematico e restrittivo rispetto alle disposizioni contemplate nei Ddl in esame al Senato e alla Camera e non risponde alle esigenze della categoria che, con ancor maggior vigore, dovrà lottare per vedere approvato il testo di legge che ingloberebbe e supererebbe le definizioni riportate che risentono della lunga trattativa. Si tratta comunque di un primo importante risultato". "Ma ribadiamo- aggiunge- che alla luce del Dm la legge sulla panificazione è ancora più urgente". Gabriele Rotini di Cna agroalimentare (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola media impresa) condivide la ratio delle leggi ma sostiene la necessità di un quadro normativo coerente ed uniforme che superi la frammentazione territoriale, frutto di disposizioni regionali disomogenee che hanno stabilito criteri differenti sulla denominazione di pane fresco.
"Il testo del decreto ministeriale - ha commentato il presidente di Assopanificatori nazionale Davide Trombini- è molto schematico e restrittivo rispetto alle disposizioni contemplate nei Ddl in esame al Senato e alla Camera e non risponde alle esigenze della categoria che, con ancor maggior vigore, dovrà lottare per vedere approvato il testo di legge che ingloberebbe e supererebbe le definizioni riportate che risentono della lunga trattativa. Si tratta comunque di un primo importante risultato". "Ma ribadiamo- aggiunge- che alla luce del Dm la legge sulla panificazione è ancora più urgente". Gabriele Rotini di Cna agroalimentare (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola media impresa) condivide la ratio delle leggi ma sostiene la necessità di un quadro normativo coerente ed uniforme che superi la frammentazione territoriale, frutto di disposizioni regionali disomogenee che hanno stabilito criteri differenti sulla denominazione di pane fresco.
Fonte notizia: Ansa
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