Buon pomeriggio! Oggi ho deciso di parlarvi dei metodi di
cottura. In realtà affronteremo questo argomento a episodi, un po’ come abbiamo
fatto per la gravidanza, in modo da dedicare la giusta attenzione ad ogni
metodo.
Precisiamo subito che le cotture dei cibi più adatte sono
quelle che avvengono nel minor tempo possibile e con una temperatura non
eccessivamente elevata, in modo da non alterare gli alimenti e i nutrienti.
PARTIAMO DAL PRINCIPIO
Il primo sistema di cottura è stato quello allo spiedo in ampi spazi. Un metodo pratico
in cui era possibile cuocere i pezzi di carne, semplicemente infilzandoli ed
esponendoli al calore.
Con il tempo è stato più comodo cuocere al riparo da agenti
atmosferici come la pioggia, per esempio in ambienti chiusi da tralicci o
tende, trasformando lo spiedo in cottura
alla brace oppure cottura alla griglia. Successivamente, si
iniziò a porre la carne in placche di ferro, realizzando una prima rudimentale modalità di cottura al forno.
Una tappa molto importante fu la scoperta che grazie ad
alcuni grassi animali o vegetali, il cibo si poteva cuocere, friggendolo. Furono i vegetali, cereali
e leguminose a spingere definitivamente l’uomo a pensare alla cottura per
renderli commestibili. Ad esempio, alcune radici dovevano essere cucinate per
permettere la rottura delle fibre immangiabili a crudo.
Tutte queste
esperienze portarono l’uomo alla necessità di creare recipienti in differenti
materiali per la cottura. Si sa, infatti, che nell’antica Mesopotamia o in Egitto
si utilizzavano recipienti in ceramica per bollire e in bronzo o ferro per
friggere. I Romani utilizzavano per
lo più batterie in bronzo e proprio a quell’epoca risale la prima produzione su
vasta scala di pentole. L’uso della pentola in terracotta, decisamente
più economica, proseguì anche nel Medioevo
e solo in seguito, con il perfezionamento delle tecniche di lavorazione, si
diffusero le pentole in rame e in ferro.
Fino al 1500 le forme dei contenitori, malgrado il passare
dei secoli, non subirono modifiche sostanziali. Solo alla fine del 1500, l’inserimento
nel menù quotidiano di un’alimentazione più ricca e differenziata e la
rinnovata attenzione delle classi più abbienti verso la cucina portarono a
inevitabili modifiche degli strumenti di
cottura.
Da allora si sono evolute le tecniche di produzione, sono
stati scoperti nuovi metalli e si sono specializzate le tecniche di cottura. Di
fatto si può affermare che il tempo ha confermato la validità di quanto già
rilavato dagli avi, ossia che le forme
dei contenitori, differenziate per ogni tipo di cottura, hanno grande importanza nell’ottenere una
preparazione ottimale.
Giovedì scopriremo uno dei metodi di cottura più gustosi: la
frittura!